Pensioni: come ottenere il massimo possibile? 6 consigli utili

Sede INPS (Foto LaPresse)
Sede INPS (Foto LaPresse)

ROMA – Pensioni, come ottenere il massimo? Sono sei le possibilità da tenere a mente: riscatto della laurea, contributi aggiuntivi, accredito maternità, riscatto dei contributi non versati dal datore di lavoro, riscatto dell’anno di servizio militare o civile, totalizzazione.

1) RISCATTO DELLA LAUREA. Come si fa a riscattare gli anni passati a studiare perché fruttino qualcosa in vista della pensione?
Il riscatto degli anni universitari permette di fare valere gli anni di studio come effettivi anni di contribuzione e di andare prima in pensione. Il costo di questa operazione è variabile. Il versamento da effettuare corrisponde al 33% dello stipendio lordo. Ma attenzione: prima si effettua il riscatto degli anni universitari, meno si paga. La richiesta può essere fatta anche se si è disoccupati e riguarda solo gli anni accademici effettivi del corso di laurea, escludendo quelli fuori corso. È possibile dilazionare il riscatto in dieci anni, rateizzando quindi l’esborso. Le somme versate per il riscatto sono interamente deducibili fiscalmente. Come spiega il Sole 24 Ore:

“Il miglior rapporto tra soldi versati e opportunità di rendita più elevata e/o anticipare i tempi della pensione è rappresentato dal giovane neolaureato (22 – 24 anni) che decide di riscattare subito gli anni di laurea e inizia prestissimo a lavorare. In questo caso il riscatto della laurea può consentire un anticipo di 3-4 anni per l’accesso alla pensione”.

2) CONTRIBUTI AGGIUNTIVI. Come innalzare il proprio assegno pensionistico?
E’ possibile versare contributi aggiuntivi al proprio ente previdenziale. Per fare domanda bisogna aver versato almeno tre anni di contributi nei cinque anni precedenti alla data della richiesta, oppure cinque anni di versamenti nell’arco dell’intera vita. Tale operazione permette di coprire i cosiddetti” buchi contributivi”, ovvero quelli di inattività scoperti da versamenti pensionistici, al fine di rendere la propria pensione più alta. La copertura con il versamento di contributi volontari è possibile per periodi pregressi solo limitatamente ai sei mesi precedenti la domanda di ammissione, quindi è consigliabile chiedere l’autorizzazione ai versamenti volontari tra un lavoro e l’altro appena si diventa disoccupati.

3) ACCREDITO MATERNITÀ. Accreditare contributi maternità gratuitamente (anche se si è disoccupate)
Il periodo di maternità non è un riscatto ma un accredito, non è perciò “oneroso”, ma gratuito. Basta presentare domanda all’Inps. I contributi accreditabili nelle casse previdenziali fanno riferimento a un periodo massimo di cinque mesi, quelli corrispondenti al periodo di maternità previsto per le donne dipendenti (due mesi prima e tre dopo la gravidanza, oppure un mese prima e quattro dopo la gravidanza).

4) RISCATTO CONTRIBUTI NON VERSATI DAL DATORE. Come fare se il datore di lavoro non ha versato i contributi?
Può capitare che un lavoratore dipendente non verifichi l’effettivo pagamento dei contributi da parte del proprio datore di lavoro. Quando l’omissione cade in prescrizione, il lavoratore si ritrova con un periodo non coperto adeguatamente. Anche in questo caso il “buco” può essere riscattato, avvicinando così la data di conseguimento della pensione. Basta presentare all’Inps documenti certi, come la busta paga.

5) LA PENSIONE UN ANNO PRIMA. Servizio militare e servizio civile.
Gli uomini possono anticipare di un anno la pensione utilizzando il servizio militare o il servizio civile ai fini previdenziali.  L’operazione è gratuita e si ottiene presentando all’Inps richiesta in carta semplice, completata con la copia autentica dello stato di servizio per gli ufficiali e con la copia autentica del foglio matricolare per soldati e sottufficiali. Oppure è possibile fornire un’autocertificazione del periodo di svolgimento del servizio militare, ma in tal caso l’Inps deve ottenere la convalida dal distretto militare. La richiesta può essere fatta anche all’atto della presentazione della domanda di pensione.

6) TOTALIZZAZIONE. Hai lavorato all’estero? Con la Totalizzazione puoi affiancare i mesi di contribuzione avvenuti all’estero al periodo di contribuzione in Italia
La totalizzazione consente l’acquisizione del diritto ad un’unica pensione di vecchiaia, di anzianità, di inabilità o ai superstiti a quei lavoratori che hanno versato contributi in diverse casse, gestioni o fondi previdenziali e che altrimenti non avrebbero potuto utilizzare tutta o in parte la contribuzione versata. Se hai svolto attività lavorativa all’estero (in paesi dell’Unione Europea o convenzionati) hai la possibilità di sommare, gratuitamente, i contributi versati fuori dall’Italia con quelli accreditati all’Inps per perfezionare il diritto a pensione. Sempre più di frequente e con numeri sempre più elevati, i giovani migrano all’estero, dove lavorano per periodi più o meno brevi, per poi magari rientrare in patria. La totalizzazione rappresenta una grande possibilità anche, e non solo, per loro: quella di non perdere i periodi di contribuzione tra loro slegati e destinati a diverse casse previdenziali.

 

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