Pensioni, potere d’acquisto in picchiata. Prendi 1200 euro? Ne perdi 60

ROMA – Potere d’acquisto delle pensioni in caduta libera: in 15 anni è diminuito del 33%. Nello stesso arco temporale il valore di una pensione media è sceso del 5,1%. A rilevarlo è lo Spi-Cgil, che parla di un “crollo vertiginoso” del reddito da pensione rispetto all’andamento dell’economia reale. Mentre tasse e tariffe aumentano sempre più: nel 2013 saranno “alle stelle” e incideranno sui pensionati per 2.064 euro a testa, il 20% in più sul 2012.

Se la perdita nel periodo 1996-2011 risulta già pesante, non è in fase di arresto. Anzi, i dati sul potere d’acquisto delle pensioni sono infatti destinati a peggiorare per effetto del blocco della rivalutazione annuale introdotto con la riforma Fornero (su quelle superiori a tre volte il minimo, poco sopra i 1.400 euro lordi), che – torna ad evidenziare il sindacato dei pensionati della Cgil – toglie mediamente 1.135 euro nel biennio 2012-2013 a 6 milioni di pensionati.

Così un pensionato con un assegno di circa 1.200 euro netti ha perso 28 euro al mese nel 2012 e nel 2013 ne perderà 60, mentre chi percepisce una pensione di circa 1.400 euro netti ha perso 37 euro al mese nel 2012 e ne perderà 78 nel 2013.

Come se non bastasse, continua lo Spi-Cgil, bisogna fare i conti con il peso delle tasse e delle tariffe: nel 2013 “saranno alle stelle e incideranno sui pensionati italiani per una spesa media totale di 2.064 euro pro-capite, ovvero il 20% in più rispetto al 2012”.

Per le tasse tra addizionale regionale Irpef, addizionale comunale, Imu e Tares se ne andranno infatti mediamente 640 euro, il 12% in più rispetto al 2012. Per quanto riguarda invece le tariffe la spesa media – sempre secondo lo Spi – sarà di 1.424 euro tra telefonia fissa, acqua, luce, gas e riscaldamento. Pesano inoltre, conclude il sindacato, il canone Rai e l’aumento dal 22% al 23% dell’Iva che scatterà il prossimo luglio.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie