Pensioni “precoci”: niente tagli assegni a chi lascia prima dei 62 anni

ROMA – Buone notizie per i lavoratori “precoci”, il Governo sta cercando una soluzione rapida per attenuare l’impatto delle penalizzazioni contenute nella riforma delle pensioni. Uno strumento legislativo veloce potrebbe essere il decreto milleproroghe: il governo ha in mente di accelerare i tempi, già venerdì prossimo il provvedimento potrebbe ricevere il via libera in Consiglio dei ministri.

Lavoratori precoci sono tutti coloro che al compimento dei 19 anni di età abbiano già versato almeno unanno di contributi. Ad esempio, con le vecchie regole, chi avesse iniziato a versare i contributi a 15 anni e avesse raggiunto nel 2012 i 40 anni di contributi, avrebbe potuto andare in pensione nel 2013 (decorsi i 12mesi di finestra mobile), a 56 anni di età. Con le nuove regole questo lavoratore non solo dovrebbe aspettare un anno in più per raggiungere almeno i 42 anni e tre mesi di contributi, ma uscendo a 57 anni finirebbe col perdere l’8% del proprio assegno previdenziale, visto che la manovra prevede penalizzazioni per ogni anno di anticipo di uscita dal lavoro rispetto ai 62 anni (1% nei primi due anni, 2% per quelli ulteriori).

La correzione dovrebbe recepire un ordine del giorno presentato dal Pd e appoggiato da tutti i partiti. L’attenuazione prevede l’ azzeramento dei tagli agli assegni per chi lascia prima dei 62 anni di età, una misura che inciderebbe in maniera non rilevante in termini di mancato risparmio per le casse dell’Inps. L’emendamento governativo al decreto salva-Italia già approvato consentiova alla classe 1952 di andare in pensione prima rispetto a quanto avrebbero previste le nuove regole (potranno andare in pensione a 64 anni e non a 66 gli uomini con almeno 35 anni di contributi e le donne con almeno60 anni di età e 20 anni di contributi, se questi requisiti saranno stati maturati entro il 31 dicembre 2012).

“Per ulteriori correttivi non c’è spazio, vedremo più avanti”, ha ribadito ieri il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, confermando implicitamente la possibilità di recupero di alcuni dei ritocchi accantonati nei provvedimenti in arrivo.

 

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