Pensioni. Quanto prenderai te lo dirà l’Inps: online dal 2015 la busta arancione

Pensioni. Quanto prenderai te lo dirà l'Inps: online dal 2015 la busta arancione
Pensioni. Quanto prenderai te lo dirà l’Inps: online dal 2015 la busta arancione

ROMA – Pensioni. Quanto prenderai te lo dirà l’Inps: online dal 2015 la busta arancione. Non si chiamerà “busta arancione”, ma l’Inps sta finalmente (se ne discute da 20 anni) per mettere in grado i contribuenti di sapere quanto ragionevolmente può aspettarsi dal suo futuro assegno pensionistico. La sperimentazione su 10mila “cavie” pensionande è quasi finita (il test si chiama “Simula”): dal 2015 si partirà su larga scala. La proiezione della nostra pensione futura, quale importo avrà, l’Inps ce lo comunicherà direttamente online.

Come funzionerà. Ognuno sarà dotato di un Pin personale per accedere ai servizi online dell’Inps. La nuova applicazione valuterà l’estratto conto previdenziale visibile online, elaborerà i contributi che ancora mancano, li assocerà allo scenario macro-economico sulla base dei dati della Ragioneria dello Stato per le previsioni di medio-lungo termine. I parametri comprendono l’andamento dell’economia (il Pil), quello delle retribuzioni, il livello di inflazione. Molto importante è la speranza di vita: fra un anno ci sarà il nuovo dato a partire dal 2016. E’ chiaro che con l’aumentare della speranza di vita, diminuisce l’importo dell’assegno.

Ex retributivo, misto, contributivo: tre percorsi per giungere all’importo. Due sono i sistemi di calcolo attuariale in vigore oggi: misto e contributivo. Il sistema misto si distingue a sua volta in quello che prima della riforma Dini si chiamava “retributivo” e misto post riforma. L’ex retributivo riguarda chi aveva già 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 (a loro il contributivo si applica solo dal 2012 per effetto della legge Fornero).

Il sistema misto riguarda chi alla stessa data (31 dicembre 1995) aveva già cominciato a lavorare ma non aveva raggiunto 18 anni di contributi.   Mentre nel retributivo grosso modo ultimo stipendio e assegno pensionistico coincidono, i sistemi misti riconoscono un importo alla pensione legato alla media retributiva degli ultimi anni di lavoro.

Esiste inoltre una quota C di pensione, costruita sulla base dei contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro durante la vita lavorativa. La quota C viene utilizzata per chi rientra nel sistema misto della riforma Dini (solo per i contributi versati dopo il 1995) e per tutti i contributi di chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995: il calcolo considera tutti gli stipendi erogati in costanza di attività lavorativa. Per i lavoratori ex retributivi la quota contributiva parte invece dal 1° gennaio 2012.

L’importo di tali contributi (pari al 33%) andrà a costituire il montante che annualmente verrà rivalutato sulla base della variazione quinquennale dell’indice Pil calcolato dall’Istat. A fine carriera le so mme accantonate diventeranno quota di pensione sulla base di coefficienti legati all’età posseduta dal lavoratore al momento in cui smetterà di lavorare. Maggiore sarà l’età, maggiore sarà l’importo della rendita previdenziale. (Fabio Venanzi, Il Sole 24 Ore)

 

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