Pensioni. Quasi tutte d’oro, pochi contributi. Solidarietà? sui “retributivi”

Pubblicato il 15 Agosto 2013 - 06:42 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni. Quasi tutte d'oro, pochi contributi. Solidarietà? sui "retributivi"

Alberto Brambilla: contributo di solidarietà su tutte le pensioni con il retributivo

Alberto Brambilla, ex sottosegretario al Welfare con Roberto Maroni, che fu uno dei migliori ministri degli ultimi tempi, ed esperto di questioni previdenziali spiega come sono nate le “pensioni d’oro“. Non ne fa un problema morale, ma un fatto tecnico e economico. Intervistato da Libero, ha detto:

“Che ci siano pensioni il cui importo è ingiustificabile rispetto ai contributi versati è innegabile; tuttavia, e questo è stato uno dei motivi che hanno indotto la Corte costituzionale a dichiarare incostituzionale il provvedimento di Elsa Fornero, tutte le pensioni calcolate con il vecchio metodo retributivo hanno importi che sono molto più alti rispetto ai contributi versati”.

Fino al 1997, ai dipendenti pubblici la pensione veniva calcolato sulla base dell’ultimo anno di lavoro.

“Quanti colonnelli sono diventati generali, quanti funzionari promossi nell’ultimo anno di attività a dirigenti e così via. Ma anche nel privato la pensione si calcolava sugli ultimi 5 anni di lavoro per i dipendenti e 10 per gli autonomi. Insomma si poteva dichiarare un reddito di 100 per 30 anni e 1.000 negli ultimi 10 anni e la pensione sarebbe stata pari all’80% di 1000“.

Domanda di puro buonsenso:

Chi ha versato tanto è giusto che incassi in proporzione… 

“Quando, con la legge Dini, introducemmo il metodo di calcolo contributivo fu per rendere più uguali ed equi i trattamenti pensionistici. Con questo metodo, pur salvaguardando il concetto della solidarietà, le pensioni sono direttamente proporzionali ai contributi versati. Nel 2001 la fu fatta una serie di verifiche sulle pensioni. Risultato: un autonomo che avesse iniziato a lavorare nel 1970 e fosse andato in pensione nel 2005 con 35 anni di contribuzione, sulla base dei contributi versati si sarebbe pagato solo poco più di 5 anni di pensione mentre un dipendente pubblico circa 10 contro un pagamento di pensione diretta e superstite che in media dura 24 anni. Fate un po’voi il conto di quanto ci costerà questo metodo errato”.

Ora, con il metodo contributivo, non dovrebbero essere più possibili giochetti come quello scoperto di recente del segretario del Pd, Guglielmo Epifani, che ha fatto lievitare la sua pensione incassando dalla Cgil uno stipendio più consistente.

“Con il metodo contributivo, lo Stato riconosce lo stesso rendimento a tutti, la pensione dipende dai contributi versati”.

Come rimediare al passato? Alberto Brambilla osserva che

“il difetto del contributo di solidarietà previsto da Elsa Fornero sta nell’aver puntato tutto sulle pensioni sopra i 90 mila euro (48.000 netti). Uno che ha fatto il dirigente, percependo uno stipendio di 200 mila euro lordi l’anno (100.000 euro di tasse pagate ogni anno); se ha lavorato per 40 anni ha una pensione pari all’80% delle ultime 10 annualità (160 mila euro di cui circa 80 mila in tasse); far gravare il contributo di solidarietà solo su quelle pensioni nella misura del 5, 10, 15% è come aumentare l’aliquota fiscale marginale oggi pari ad oltre il 45% di un’ulteriore percentuale. La Corte costituzionale, giustamente, ha valutato incostituzionale trattare il 4% circa dei pensionati in modo diverso (cioè più tassati) rispetto agli altri cittadini”.

Qui esce l’idea giusta, ma di difficile attuazione:  piace mazzolare chi ha la colpa di guadagnare e aver guadagnato di più della media ed è di moda nel Paese dell’invidia e dell’odio che è l’Italia; ma se si scopre che il privilegio è esteso a milioni di persone, i politici cominciano a tremare: non solo per i loro propri privilegi, ma perché il calcolo della potenziale perdita di voti è molto rapido. Però Brambilla la enuncia:

“La soluzione era e potrebbe essere (lo avevamo consigliato a Fornero) di gravare, per i motivi che ho prima esposto e cioè le distorsione del metodo retributivo, tutte le pensioni. Ovviamente quelle fino a 600 euro mese solo dello 0,1% ad esempio (meno di 1 euro mese) per proseguire in modo proporzionale e progressivo (ragionevole non il 15% di Fornero), tutto il monte pensioni che vale oltre 250 miliardi di euro. Le entrate per lo Stato con una media di contributo di solidarietà a favore delle giovani generazioni del 2% potrebbero attestarsi attorno ai 5 miliardi l’anno. Una bella sommetta…”.