ROMA – Pensioni, Quota 100 flop e stop.
Quota 100 per andare in pensione, cento come la somma di 62 anni di età più 38 di contributi previdenziali. Chi arriva a cento può andare in pensione a 62 anni, è la legge in vigore. Il governo che l’ha voluta Quota 100, il governo di prima, aveva stabilito che la possibilità di fare 62 più 38 durava tre anni. Per l’esattezza 2019/2020/2021. Tre anni di sperimentazione (era ed è la dizione ufficiale). Poi si sarebbe visto e calcolato se e come continuare. Insomma era Quota 100 soprattutto un grande regalo e un bel bottino da distribuire ai pensionandi per premiarli , tra l’altro, del loro voto alla Lega. Si tornava, si è tornati ad andare in pensione a 62 anni (anche meno) e peste e corna alla legge Fornero.
In realtà anche il governo di prima, quello di Salvini e Di Maio, sapeva che a 62 anni in pensione per sempre non ci si può andare. Costa troppo, nessuno avrebbe i soldi per pagarle quelle pensioni a 62 anni con la vita media delle persone che si allunga. E allora tre anni: chi primo arriva bene alloggia. Gli altri…Lo sapeva anche il governo papà di Quota 100 che Quota 100 non poteva durare.
Eppure era stata gran festa alla nascita di Quota 100, una sorta di annunciata e celebrata festa nazionale di liberazione dalla legge Fornero. Poi molti dei festanti, soprattutto i pensionandi secondo Quota 100, hanno scoperto che conveniva sì, ma anche no. Con Quota 100 si va in pensione a 62 anni. Ma non ci si va con l’importo della pensione che si avrebbe a fine mese andandoci a 66 anni. Elementare, matematico, ovvio, giusto. Quando sono andati a fare i conti, molti dei circa trecentomila italiani che nel 2019 potevano andare in pensione via Quota 100 si sono fermati.
Quindi le domande di pensionamento via Quota 100 sono state 176 mila a fronte di 300 mila attese, tra il 30 e il 40 per cento di meno. Quanto basta per definire Quota 100 un flop, un flop dal punto di vista delle adesioni. Ancor meno calcolano all’Inps vorranno andare in pensione via Quota 100 nel 2020. Diventerà una roba per meno di centomila persone.
E quindi il nuovo governo sta preparando uno stop a Quota 100. Stop già a fine 2021, chiusura dell’esperimento con un anno di anticipo. In maniera abbastanza indolore (propaganda a parte) per i pensionandi (vista la parabola in forte discesa delle adesioni). In cambio e al posto di Quota 100, che in sostanza consente di andare in pensione in maniera indiscriminata solo sulla base del poterselo permettere o della stanchezza/disaffezione dal lavoro, più gente in pensione via Ape o via Opzione donna o via, un domani, contributi pubblici ai giovani con carriere discontinue.
Insomma si cercherà (promettono) di agevolare la pensione, lo sbarco e l’approdo alla pensione per chi perde il lavoro. Oppure per le donne che fanno fatica a fare 40 anni di contributi. E qui si sa già più o meno come fare (appunto Ape sociale e Opzione donna). Più difficile e per ora solo parole il come aiutare davvero a farsi una pensione i giovani che lavorano un anno sì, se mesi no, poi altri sei da un’altra parte…Nel caso sarebbero quelli per dare una pensione a 67 anni a chi oggi ne ha 35 miliardi molto meglio spesi dei tanti che ci volevano per mandare giovani (60 anni) in pensione i loro vecchi.