ROMA – Pensioni, si cambia ancora? Negli ultimi giorni sta circolando un ipotesi di lavoro in Parlamento per modificare Quota 100, cioè la somma di anni anagrafici (62) e contributivi (38) utile per accedere alla pensione anticipata. La modifica andrebbe in direzione di una piccola ma significativa stretta, da quota 100 a quota 102. Cioè 64 anni di età e 38 di contributi. Una finestra di opportunità che si aprirebbe a gennaio 2022 per chiudersi a dicembre 2028.
La proposta – parte del Pd e parte dell’esperto di materia previdenziale Alberto Brambilla vicino alla Lega – prende le mosse proprio da quanto succederà il primo gennaio 2022. La misura quota 100 introdotta dal primo governo Conte è infatti di natura sperimentale e provvisoria. Vale fino al 31 dicembre 2021. Con un effetto distorsivo evidente.
Lo spiega con efficacia Il Messaggero. “Una persona che matura i requisiti di Quota 100 a gennaio del 2022, non potrà più usufruire dello scivolo e dovrà aspettare altri 5 anni per la pensione ordinaria. Un suo quasi coetaneo che matura i requisiti solo un mese prima, invece, potrà ancora utilizzare Quota 100. I tecnici lo chiamano ‘scalone'”.
Con quota 102 invece, dal 2022 e fino al 2028 si potrebbe lasciare il lavoro con 64 anni di età e 38 di contributi. Uno scalino, in questo caso. Ma tutto ha un costo. Chi optasse per l’anticipo dal 2022 si vedrebbe ricalcolato l’assegno in senso puramente contributivo. Un po’ come succede per la pensione anticipata denominata “opzione donna”. Bisogna cioè mettere in conto una decurtazione dell’importo della pensione del 20/30%. (fonte Il Messaggero)