E’ più bassa del previsto l’adesione alla nuova Quota 103, dopo la stretta prevista per il 2024 che impone il ricalcolo contributivo dell’assegno: Le domande per la nuova Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) arrivate all’Inps sono circa 7.000 e a fine anno potrebbero essere circa la metà di quelle stimate nella legge di Bilancio per l’anno (17mila).
Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi)
Tra questi circa il 20% potrebbero essere respinte. Lo apprende l’ANSA da fonti vicino al dossier ‘manovra di bilancio’ secondo le quali potrebbe essere possibile confermare la misura stanziando circa il 70% di quanto stanziato l’anno scorso.
Per la misura Quota 103 sono stati stanziati nella legge di Bilancio per il 2024 149 milioni di euro per il 2024, grazie al fatto che l’allungamento della finestra mobile ha portato le prime uscite ad agosto) 835 milioni nel 2025 e 355 nel 2026).
La penalizzazione economica
La scarsa adesione alla misura è legata alla penalizzazione economica che si avrebbe con il ricalcolo contributivo e alla scarsa convenienza in termine di anticipo rispetto all’uscita con 42 anni e 10 mesi indipendentemente dall’età (41 e 10 per le donne).
Se si accede alla pensione con Quota 103, infatti, è necessario avere 41 anni di contributi e aspettare 7 mesi di finestra mobile (9 per il pubblico impiego) si anticiperebbe quindi di appena un anno e sei mesi rispetto all’uscita con 42 anni e 10 mesi che salirebbero a 43 anni e un mese con i tre mesi di finestra mobile previsti per questa misura.
A chi conviene
L’anticipo si riduce ancora per i lavoratori pubblici (solo di un anno e quattro mesi) e in particolare per le donne che uscirebbero con Quota 103 con 41 anni e 9 mesi e con l’anticipata indipendente dall’età con 42 anni e un mese. I pensionandi inoltre si fanno i conti su quanto perderebbero con il ricalcolo completamente contributivo.
L’anticipo potrebbe portare a un assegno non troppo diverso in caso di carriera piatta ma molto penalizzante in caso di carriera rapida con un aumento consistente delle retribuzioni negli ultimi anni di lavoro. Quindi la scelta diventa conveniente per chi ha lasciato o è costretto a lasciare il lavoro solo se non ha avuto una rapida progressione di carriera e retribuzione.