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Pensioni. Contro la crisi flessibilità in uscita a 62 anni. Uil chiede la quattordicesima

ROMA – L’impatto della crisi da Covid si fa sentire anche sul fronte pensioni, il crollo occupazionale allontana i lavoratori che hanno perso il posto dalla quiescenza.

Flessibilità in uscita a 62 anni

Serve una riforma che garantisca i lavoratori più anziani specie per quelli che hanno perso il lavoro o lo perderanno a causa della pandemia.

Il Corriere della Sera – nonostante il dibattito non sembri più di attualità, e forse a maggior ragione – illustra una proposta di riforma di maggiore flessibilità in uscita elaborata dall’ufficio studi della Uil.

In sintesi: flessibilità in uscita dai 62 anni.

Uno strumento importante per garantire una tutela alle persone che saranno espulse dal mercato del lavoro a causa delle conseguenze economiche della pandemia.

In pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età

Anche prima dell’esplodere della pandemia, governo e parti sociali stavano studiando un correttivo a quota 100.

La discussione più proficua introno all’idea di quota 41.

Cioè tutti in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica: il governo sembra tuttavia avere altre priorità.

“Le priorità del governo nel medio periodo saranno di dare liquidità a lavoratori, imprese e famiglie.

E, secondo alcuni studi condotti prima dell’introduzione di «Quota 100», passare a quota 41 avrebbe fatto salire la spesa a 12 miliardi già a partire dal primo anno.

Un livello che probabilmente non sarà facile da sostenere nel nuovo mondo post pandemia.

Ma siamo per il momento a ipotesi e scenari, seppur legati ad alcune proiezioni numeriche. Il futuro della riforma pensioni verrà chiarito solo nei prossimi mesi”.

Quattordicesima per le pensioni fino a 1500 euro

Sempre secondo la Uil, bisogna guardare anche al portafoglio dei pensionati.

Insieme ai tanti interventi di sostegno ai redditi, bisogna estendere il beneficio della quattordicesima alle pensioni fino a 1.500 euro mensili (oggi 13.338 euro).

Oltre che eliminare del tutto il blocco alla perequazione, cioè l’aggiornamento annuale al costo della vita. (fonte Corriere della Sera)

 

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