Pensioni, quota 41 per tutti (anni di contributi): Salvini contro stop quota 100 e ritorno alla legge Fornero

Pensioni, quota 41 per tutti, cosa significa. Nel testo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) licenziato dal Consiglio dei ministri non  c’è più, è stato tolto, ogni riferimento a quota 100.

Cioè alla misura che disciplina l’anticipo di uscita dal lavoro (almeno 62 anni di età più 38 di contributi). La misura, come è noto, terminerà naturalmente a fine anno, quando scade la sperimentazione.

Pensioni, quota 41 per tutti, nel Pnrr quota 100 non c’è più

Nella bozza precedente, si leggeva invece che quota 100 si sarebbe conclusa il 31 dicembre 2021 e che la proroga avrebbe interessato solo i “lavori logoranti”. In pratica il riferimento avrebbe escluso proroghe a quota 100 con la sola eccezione dei lavori usuranti.

Dalla Lega è giunto subito l’allarme per un ritorno brusco alla legge Fornero (età di uscita a 67 anni), anche i sindacati temono una nuova ondata di esodati. La Lega ha immediatamente rilanciato la cosiddetta quota 41. Cosa significa? Con quota 41 si intende l’uscita dal lavoro sempre dopo 41 ani di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. 

Salvini: “Con 500mila posti di lavori persi non si può alzare l’età pensionabile”

“Non sarà assolutamente così”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini risponde ad Affaritaliani.it alla domanda se la Lega sia d’accordo con l’ipotesi di alzare l’età pensionabile a 67 anni dal 2022. Contestualmente, dopo la fine di Quota 100, l’anticipo a 62 anni sarà possibile solo per mansioni logoranti. “

Dopo un anno di Covid, di morte, di sofferenza e di paura, con 500.000 posti di lavoro già persi e migliaia di aziende chiuse, con almeno 2 milioni di donne e uomini che rischiano il posto di lavoro – ha spiegato Salvini – non si può certo alzare l’età per andare in pensione.

All’Italia serve semmai il contrario, cioè andare verso Quota 41, per garantire quel ricambio generazionale e quelle opportunità di futuro si giovani che altrimenti sarebbero negate”.

Il sottosegretario Claudio Durigon della Lega, intervistato da La Repubblica, sottolinea che la Lega non intende tornare alla legge Fornero.

“Sarà urgente aprire un tavolo sul post-Covid. Serve uno strumento di flessibilità in uscita ancora più forte di Quota 100”.

Durigon, Lega: “Serve il modello bancario: uscire sei anni prima”

Durigon precisa anche che nella sua bozza del Recovery plan la frase sulle eccezioni solo ‘per le mansioni logoranti’ “non c’è.

“Non potrebbe essere altrimenti: la riforma delle pensioni non si fa nel Pnrr. Quota 100 è stata un ristoro all’iniqua legge Fornero. Lo abbiamo detto in ogni modo che era una sperimentazione”.

La frase l’avete fatta togliere? “Diciamo – risponde – che le bozze circolate erano sbagliate, forse un residuo del Recovery di Conte”.

Durigon pensa “a uno scivolo per le imprese private che dovranno ristrutturare. Con la fine del blocco, si prevedono tra 500mila e un milione di licenziamenti. Il modello è quello del mondo bancario: uscire sei anni prima. Bisogna trovare la formula migliore”.

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