Pernigotti non chiude, diventa terzista e il marchio resta ai turchi

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(Foto archivio Ansa)

ROMA – La Pernigotti non chiude e non ci saranno esuberi, ma diventa terzista e il marchio resta ai turchi. Sullo stabilimento di Novi Ligure (Alessandria) sono stati infatti siglati due accordi preliminari rispettivamente con l’imprenditore Giordano Emendatori e la cooperativa torinese Spes.

Il primo accordo è per la cessione del marchio Maestri gelatieri e per le relative strutture commerciali (21 dipendenti) e produttive (15) con inizio produzione dal 1 ottobre 2019. Il secondo è sulla reindustrializzazione della produzione di cioccolato e torrone. È in fase di valutazione la possibilità che sia un unico soggetto aziendale (una newco) a gestire la produzione di Novi. Quindi, riassumendo, come la stessa azienda ha sempre assicurato, non ci sarà una delocalizzazione delle produzioni italiane ma un “terziarizzare” le attività per rendere i costi più leggeri. Una sorta di guida a tre quindi, ma il marchio rimane in maggioranza in mano ai turchi di Toksoz.

Secondo quanto reso noto dal ministero dello Sviluppo economico quindi non ci sarà alcun esubero. L’intesa “è frutto di mesi di lavoro sinergico del ministro Di Maio”, fanno sapere dal Mise. Su Pernigotti “la crisi è nata sotto questo governo ed è stata risolta in tempi record”, il commento del ministro Luigi Di Maio. Lo stabilimento resterà aperto “non ci saranno esuberi e, come ho sempre detto, chi lavora per un marchio e lo rende grande nel mondo non può essere licenziato”.

I lavoratori di Novi Ligure “continueranno a lavorare tutti, sia per la Pernigotti che per altri marchi, così possono aumentare anche i posti di lavoro”. Ogni giorno, “in questi ministeri ci svegliamo e cerchiamo di risolvere un problema alla volta”, ha aggiunto il capo politico M5s.

L’accordo, aggiunge il Mise, è stato raggiunto a meno di un anno di distanza dall’annuncio da parte della proprietà turca Toksoz di voler fermare le attività del sito piemontese, mettendo a rischio il futuro dei lavoratori. Il Ministro Di Maio, conclude la nota, “è subito intervenuto per far fronte all’emergenza, incontrando sia la proprietà che i lavoratori per lavorare all’individuazione di una soluzione della crisi”. (Fonti: Ansa, Agi, Sole 24 Ore)

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