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Pfas dichiarati “Certamente Cancerogeni” da IARC: cosa vuol dire e implicazioni

Lo IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS, ha annunciato una svolta nelle valutazioni sulla cancerogenicità degli PFAS, diffondendo i risultati di recenti consultazioni. Questa dichiarazione, basata su uno studio condotto da 30 scienziati di 11 paesi, cambierà radicalmente la percezione delle sostanze perfluoro-alchiliche.

Pfas, la classificazione definitiva

Con un comunicato ufficiale, lo IARC ha classificato l’acido perfluoroottanoico (PFOA) come “cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 1), basando la decisione su prove sufficienti negli esperimenti e forti prove meccanicistiche negli esseri umani esposti. Il perfluoroottanosolfonico (PFOS) è stato classificato come “possibilmente cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2B), sulla base di forti prove meccanicistiche. Questi risultati derivano da un approfondito studio condotto da 30 scienziati provenienti da 11 Paesi, presentando una sintesi delle valutazioni su The Lancet Oncology.

Cosa vuol dire questo?

Cerchiamo di capire meglio. Questa nuova valutazione segna una netta transizione rispetto al 2014, quando il PFOA era classificato come ‘possibile cancerogeno per l’uomo’ (Gruppo 2B). Ora, è stato elevato al livello di “cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 1).

Secondo i ricercatori, il PFOA non solo induce alterazioni epigenetiche ma è anche immunosoppressore. Le prove limitate di cancro negli esseri umani includono il carcinoma a cellule renali e il cancro ai testicoli. Questa nuova classificazione solleva il PFOA a un livello di pericolosità superiore rispetto alle valutazioni precedenti.

D’altra parte, il PFOS è stato classificato come ‘possibile cancerogeno per l’uomo’ (Gruppo 2B). Come il PFOA, il PFOS induce alterazioni epigenetiche ed è immunosoppressore negli esseri umani esposti. Tuttavia, le prove di cancro negli esseri umani sono risultate “inadeguate” a causa della sporadicità e incoerenza dei risultati positivi osservati in alcuni studi.

PFAS dove si trovano

PFOA e PFOS si trovano ovunque nell’ambiente, dai prodotti di uso quotidiano agli imballaggi alimentari, dai tappeti ai cosmetici. Queste sostanze, presenti anche in schiume antincendio, hanno contaminato le riserve d’acqua potabile, soprattutto vicino ai siti di produzione o utilizzo. L’esposizione è più alta tra i lavoratori coinvolti nella produzione o utilizzo diretto di queste sostanze, con l’inalazione come principale via di esposizione.

Nello specifico, le tre principali categorie di esposizione includono:

  1. Trattamenti di Rivestimento Resistente: Utilizzati in materiali destinati al contatto con gli alimenti come carta, cartoncino, contenitori monouso e pentole antiaderenti come il Teflon. Anche presenti in rivestimenti per cavi elettrici.

  2. Trattamenti Superficiali: Ampiamente utilizzati in prodotti tessili come tappeti, tappezzerie antimacchia e tessuti impermeabili tipo Goretex. Trovano applicazione anche in pelli e pellicole fotografiche, nonché in inchiostri.

  3. Vernici, Schiume Antincendio, Imballaggi e Mobili: Utilizzati in vernici, schiume antincendio, imballaggi e mobili a causa delle loro proprietà idrofobiche, lipofobiche e della stabilità chimica.

Dato importante per le implicazioni legali

Questa nuova classificazione avrà conseguenze significative nei procedimenti penali o civili legati all’inquinamento da PFAS. La notizia arriva in un momento cruciale, come dimostrato dal procedimento penale in corso in Veneto contro 15 manager della società Miteni di Trissino. Questo potrebbe rappresentare una pietra miliare per chi cerca giustizia in casi di inquinamento da PFAS, eliminando ogni possibile alibi.

Il parere degli esperti e impatti sulla salute pubblica

Secondo gli esperti, l’esposizione ai PFAS può avvenire attraverso l’acqua potabile, e le sostanze possono persino essere trasferite da madri a neonati attraverso il latte. La ricerca suggerisce che i PFAS riducono la reazione ai vaccini e aumentano la vulnerabilità alle infezioni. Questi risultati evidenziano l’urgenza di azioni preventive e bonifiche nelle aree fortemente colpite.

La nuova classificazione dello IARC rappresenta un passo avanti nella comprensione degli impatti sulla salute dei PFAS. Con le implicazioni legali e la consapevolezza pubblica in aumento, è ora di porre fine agli alibi e concentrarsi su azioni concrete per proteggere la salut pubblica e l’ambiente.

Fonte:

  • IARC,
    The Lancet Oncology
Claudia Montanari

Nata nel 1985 a Roma. Una laurea in lettere con indirizzo moda e comunicazione, sostengo che Roberto Rossellini, lo Stedelijk Museum, Naruto e Lena Dunham mi abbiano cambiato la vita. Da più di 10 anni lavoro come society journalist per ladyblitz e blitzquotidiano occupandomi di moda, lifestyle, salute, viaggi e bellezza.

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