Piaggio Aerospace: il ministro Trenta boccia i droni, in mille rischiano la cassa integrazione Piaggio Aerospace: il ministro Trenta boccia i droni, in mille rischiano la cassa integrazione

Piaggio Aerospace: il ministro Trenta boccia i droni, in mille rischiano la cassa integrazione

Piaggio Aerospace: il ministro Trenta boccia i droni, in mille rischiano la cassa integrazione
Piaggio Aerospace: il ministro Trenta boccia i droni, in mille rischiano la cassa integrazione

ROMA – Dal sogno industriale di partecipare alla riconversione dei piccoli aerei P180, fiore all’occhiello della Piaggio Aerospace, in velivoli militari senza conducente, all’incubo concreto della cassa integrazione a causa del voltafaccia del Governo. E’ il drammatico passaggio che riguarda oltre mille dipendenti: l’azienda ha annunciato ieri che chiederà la cig perché – nonostante le rassicurazioni a posteriori – senza il sì del Ministero della Difesa ai droni la decisiva commessa non arriva e senza gli ordinativi prima promessi poi messi in stand by non si incassa. 

I traccheggiamenti del ministro della Difesa Trenta – adesso siamo agli accertamenti ulteriori – fanno paventare ai sindacati l’esito più drammatico per la sorte dei lavoratori. “Con tutte le cautele del caso”, segnala Francesco Grignetti oggi su La Stampa, perché mandare a spasso mille dipendenti di un’azienda in amministrazione controllata non è proprio indolore alla vigilia delle elezioni, il ministro Trenta ha chiaramente stoppato la produzione del drone P1HH concedendo di considerare le attività di Piaggio “strategiche”. L’idea, condivisa dal gruppo M5S, è quella di assegnare all’azienda il rinnovo della flotta dei P180. Cioè la rinuncia al piano di rilancio, “dopo mesi, se non anni, di annunci e promesse da parte di tutti i governi, non ultimo il Governo Conte”, denuncia il segretario della Cgil Maurizio Landini. 

Cassa integrazione per mille dipendenti Piaggio Aerospace. Svolta choc per i dipendenti di Piaggio Aerospace, con la richiesta di cassa integrazione straordinaria per un migliaio di dipendenti da maggio. L’annuncio è arrivato dal commissario straordinario del gruppo aerospaziale Vincenzo Nicastro in un incontro con i sindacati all’Unione Industriali Savona. “L’azienda per alcuni settori è ferma – ha raccontato -. Dobbiamo fare i conti con la cassa che si estingue sempre di più e con la mancanza di ordini”.

Gli stipendi di aprile sono garantiti, poi si vedrà, ha chiarito. La procedura riguarda in totale 1.027 lavoratori: 797 nello stabilimento a Villanova d’Albenga (Savona), 217 a Genova e 13 a Roma. “In considerazione dei carichi di lavoro”, ha sottolineato Nicastro, “la cassa avrà auspicabilmente un impatto decisamente contenuto”, anche in base “all’andamento degli ordini che ci auguriamo tornino a crescere nel prossimo futuro”.

Il ministro Trenta: stop al drone. Nel mattino dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta è però arrivato un messaggio importante su Piaggio. Il ministero, ha chiarito, “continua a supportare la creazione delle condizioni idonee ad una soluzione più duratura possibile, che possa contemperare al meglio le esigenze operative dello Strumento militare e il valore strategico dell’azienda”. Per la ministra ciò avverrà anche “con l’attuazione di un programma di rinnovamento della flotta di velivoli P180 già disponibile presso le Forze Armate”, gli aerei da trasporto executive della Piaggio.

Quanto al drone militare P1HH sono in corso approfondimenti per “ricercare ulteriori sinergie che permettano il proseguimento del programma nel più ampio interesse nazionale”, ha detto Trenta, anche se sono venute meno “alcune fondamentali condizioni abilitanti”. Per Nicastro si tratta di un intervento “più che confortante”. “Lavoreremo nei prossimi giorni assieme allo stesso ministero e alle forze armate interessate – ha detto – affinché un tale impegno si concretizzi in tempi brevi”.

Le parole di Trenta sono però state lette con grande preoccupazione dai lavoratori, che vi hanno letto una frenata ai finanziamenti per la certificazione del drone. Dopo i molti rinvii delle scorse settimane e la doccia fredda in giornata della cigs, si sono immediatamente spostati in Prefettura a Savona. Lunedì 8 aprile, è stato deciso qui, ci sarà un nuovo sciopero con manifestazione a Genova, se non sarà arrivata una convocazione dal Governo.

“E’ fondamentale sbloccare le commesse e gli investimenti su P180 e P1HH in tempi brevissimi – hanno detto i sindacati -. Investimenti che erano stati promessi e annunciati più volte dal Governo che invece è stato smentito dai fatti, e che continua a perdere tempo prezioso tra discussioni interne e continui cambi di strategia. Per questo non riteniamo sufficiente le dichiarazioni di intenti sia del ministro che del commissario ma pretendiamo di avere atti concreti, commesse vere sul tavolo, in tempi brevissimi”.

Sull’industria savonese intanto incombe anche la vertenza Bombardier Transportation a Vado Ligure. I sindacati hanno chiesto un incontro urgente al gruppo dopo la ripresa del confronto con il management nazionale e il riaggiornamento del tavolo al Mise. Senza risposte, hanno fatto sapere, venerdì 12 e venerdì 19 ci sarà sciopero. (fonte Ansa)

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