Istat, rivisto il pil 2010: in rialzo dell’1,2 per cento. Ma si cresce meno della media Ue

Pubblicato il 11 Marzo 2011 - 10:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nel 2010 il prodotto interno lordo italiano è cresciuto del 1,2%. Lo rivela l’Istat, che precisa che si tratta del dato corretto per gli effetti di calendario (lo scorso anno ha avuto una giornata lavorativa in più rispetto al 2009) e rivedendo, così, al rialzo la stima preliminare diffusa il 15 febbraio, che dava il pil a +1,1%.

Mentre il dato non corretto per gli effetti di calendario si attesta al +1,3%, come reso noto sempre dall’Istat già il primo marzo. L’Istituto, inoltre, aggiunge che il 2009 si era chiuso con una contrazione dell’economia del 5,2% (dato corretto per gli effetti di calendario).

Il pil italiano nel quarto trimestre del 2010 è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, e dell’1,5% rispetto al quarto trimestre del 2009. Lo rileva l’Istat, in base a dati corretti per effetti di calendario e destagionalizzati, confermando la stima preliminare diffusa a febbraio per il dato congiunturale e rivedendo al rialzo il tendenziale (+1,3%).

Rispetto al terzo trimestre si registra quindi un rallentamento sul congiunturale (+0,3% nel trimestre precedente) e un’accelerazione sul tendenziale (+1,2% il trimestre prima).

La crescita acquisita per il 2011, quella che si verificherebbe per il puro effetto trascinamento del 2010 se in tutti e quattro i trimestri dell’anno si registrasse crescita zero, è pari allo 0,4%. Lo rende noto l’Istat, rivedendo a rialzo le stime preliminari (+0,3%).

Il prodotto interno lordo italiano nel quarto trimestre del 2010 è cresciuto meno che nel complesso dei Paesi dell’area euro, area che ha messo a segno un +0,3% per congiunturale e un +2% tendenziale. In Italia, invece, l’aumento rispetto al trimestre precedente è stato dello 0,1% e rispetto al quarto trimestre del 2009 del 1,5%.

Nel quarto trimestre del 2010 l’Istat rileva, su base annua, per il valore aggiunto dell’industria in senso stretto una crescita del 4,3%, un aumento del 2,0% per l’agricoltura e dell’1,4% per i servizi, mentre il valore aggiunto delle costruzioni è diminuito dell’1,6%.

Sempre nel quarto trimestre, il pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,7% negli Stati Uniti, dello 0,4% in Germania, dello 0,3% in Francia ed è diminuito dello 0,3% in Giappone e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 4,0% in Germania, del 2,7% negli Stati Uniti, del 2,6% in Giappone e dell’1,5% in Francia e nel Regno Unito.

Su base congiunturale l’Istituto, diffondendo i dati sui conti economici trimestrali, registra andamenti negativi del valore aggiunto sempre per le costruzioni (-0,8%).

L‘industria in senso stretto e il settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni sono rimasti, invece, stazionari. E si rilevano aumenti congiunturali del valore aggiunto per l’agricoltura (+1,5%), per gli altri servizi (+0,7%) e per il settore del credito, assicurazioni, attivita’ immobiliari e servizi professionali (+0,1%).

Le retribuzioni lorde (per unità di lavoro) nel confronto tra la media del 2010 e quella dell’anno precedente, sono aumentate, nel complesso dell’industria e dei servizi, del 2,9%, con aumenti pari al 3,5% nell’industria e del 2,4%. La media della crescita ottenuta dalle retribuzioni nel 2010 supera quella registrata nello stesso periodo dall’inflazione (+1,5%).

Nel quarto trimestre del 2010 le retribuzioni lorde (per Ula), al netto degli effetti stagionali, hanno registrato nel complesso dell’industria e dei servizi un incremento, rispetto al trimestre precedente, dello 0,6%; l’aumento congiunturale è stato dello 0,7% nell’industria e dello 0,5% nei servizi.

Per gli indici grezzi, il tasso di crescita tendenziale delle retribuzioni per Ula è risultato dell’1,8% per il totale, del 2,2% nell’industria e dell’1,3% nei servizi. All’interno del settore industriale, nel quarto trimestre del 2010 le retribuzioni hanno segnato l’incremento tendenziale più marcato nei settori delle attività manifatturiere e delle costruzioni (+2,1%).

Una riduzione si registra, invece, nel settore della fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (-1,2%). All’interno del terziario, l’aumento tendenziale più marcato ha riguardato il settore delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+2,8%), mentre quello più contenuto ha interessato il settore del trasporto e magazzinaggio (+0,3%).