Pil Usa + 4% in secondo trimestre, borsa vola poi rallenta. Dilemma Fed su tassi

Pil Usa + 4% in secondo trimestre, borsa vola poi rallenta. Dilemma Fed su tassi
Pil Usa + 4% in secondo trimestre, borsa vola poi rallenta. Dilemma Fed su tassi

NEW YORK – L’economia americana torna a correre. Dopo la ‘gelata’ invernale e nonostante il ritiro degli aiuti da parte della Fed, il Pil riparte e segna nel secondo trimestre un aumento del 4%, oltre le attese degli analisti. L’accelerazione si contrappone alla ripresa più lenta dei paesi europei, dove brilla la Spagna: il Pil spagnolo nel secondo trimestre è salito dello 0,6% dopo il +0,4% dei primi tre mesi, confermando una crescita continua che dovrebbe chiudere il 2014 – secondo le stime del Fmi – a +1,2% a fronte del +0,3% dell’Italia.

Dopo una reazione immediata positiva al Pil americano e spagnolo, le borse sulle due sponde dell’Atlantico rallentano. Piazza Affari chiude in calo dello 0,93%. Wall Street sale all’avvio degli scambi e poi frena, con i listini in altalena. Il balzo del Pil americano conferma l’analisi della Fed sulla ripresa e la scelta di proseguire con il ritiro degli aiuti, riducendo di altri 10 miliardi di dollari gli acquisti di asset a 25 miliardi di dollari al mese. Ma rischia di inasprire il confronto all’interno della banca centrale americana su come e quando alzare i tassi di interesse, con i falchi che alla luce dell’accelerazione potrebbero premere per una stretta prima del previsto.

I tassi restano per ora invariati fra lo 0 e lo 0,25% e la Fed assicura che lo resteranno a lungo. La “politica monetaria accomodante resta appropriata” afferma la Fed, sottolineando che le condizioni sul mercato del lavoro sono migliorate. Il +4% del Pil rappresenta un tasso di ”crescita forte. Le imprese investono, i consumatori spendono. Siamo tornati sulle nostre gambe: l’energia, la tecnologia e l’auto stanno sperimentando un boom. le decisioni prese di salvare l’economia ci stanno ripagando” afferma il presidente americano Barack Obama, bacchettando le aziende americane che vanno all’estero per pagare meno tasse. ”Non dovrebbe essere consentito, non dovrebbero essere premiate: è necessario mostrare patriottismo economico”. Il riferimento di Obama è alla tendenza in atto delle multinazionali americane ad acquistare società straniere per trasferire la propria sede in paesi con aliquote fiscali più basse.

La crescita dell’economia oltre le attese mostra – secondo gli analisti – che l’economia sta prendendo slancio e il mercato del lavoro potrebbe trarne dei benefici. I dati ufficiali sull’occupazione saranno diffusi venerdì ma il sondaggio dell’Adp offre una prima fotografia: il settore privato ha creato in luglio 218.000 posti, meno delle attese. L’accelerazione del Pil segue la frenata del primo trimestre, quando l’economia americana si è contratta del 2,1%, meno del 2,9% precedentemente stimato, confermando come nel rallentamento dei primi tre mesi non c’erano fattori strutturali. Nel secondo trimestre i consumi sono saliti del 2,5%. Le esportazioni sono salite del 9,5% e le importazioni dell’11,7%. Le spese del governo sono salite dell’1,6%.

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