Piombino, spento altoforno Lucchini. Ma c’è un accordo da 250 milioni

Piombino, spento altoforno Lucchini. Ma c'è un accordo da 250 milioni
Piombino, spento altoforno Lucchini. Ma c’è un accordo da 250 milioni

ROMA – Alle 10:56 di giovedì 24 aprile l’altoforno della Lucchini ha emesso l’ultima colata di acciaio davanti a un gruppo di lavoratori e si avvia allo spegnimento definitivo. Ma c’è un accordo di programma per la riconversione dell’area.

L’accordo, che il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti definisce ”una tappa fondamentale per dare un futuro ai lavoratori e ai cittadini’,’ prevede investimenti per oltre 250 milioni di euro per la riconversione del più importante centro siderurgico del Paese dopo l’Ilva di Taranto.

Piombino dà lavoro a oltre 4.500 persone, di cui 2.500 sono solo i dipendenti diretti della Lucchini. L’obiettivo, secondo Rossi, è tornare a produrre acciaio in due-tre anni con una tecnologia più avanzata ed ecosostenibile. La Regione ha stanziato per questo 150 milioni, dal Governo ne sono arrivati gli altri 100 milioni di cui 50 milioni per la bonifica e 20 milioni per la riconversione industriale, più fondi per il porto e per la bretella che lo collegherà alla superstrada tirrenica.

Inoltre il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, destina a Piombino le 38 navi militari da dismettere. Mentre il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, promette ”bonifiche in tempi rapidi”.

Nel risanamento saranno impiegati i dipendenti dello stabilimento con contratti di solidarietà mentre per l’indotto ci saranno ammortizzatori sociali come la cassa integrazione.

”Ritengo che l’accordo è la migliore risposta alle ansie e alle preoccupazioni che attraversano la comunità e alle centinaia di persone che anche oggi erano in piazza a manifestare i loro sentimenti”,

ha commentato il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi. I lavoratori toscani, in sciopero fino alle 22, alla notizia dell’accordo hanno sciolto l’assemblea permanente.

”Nel protocollo d’intesa ci comunicano che sono state accolte le nostre richieste al centro delle quali c’era la questione del futuro della siderurgia piombinese attraverso i finanziamenti in grado di incentivare l’interesse di un imprenditore a realizzare Corex e forno elettrico”,

spiega il segretario provinciale Uilm Vincenzo Renda.

”Nella giornata in cui si spegne il forno, l’accordo di programma resta concretamente l’unico strumento da dove ripartire, sarà ora essenziale rispettare programmi e scadenze per ridisegnare un futuro dell’acciaio a Piombino”,

concorda il segretario della Fim Cisl Piombino Fausto Fagioli.

Ora bisogna vedere se l’accordo aiuterà ad andare a buon fine la gara per la cessione della Lucchini, che è in amministrazione controllata. De Vincenti ha detto che sono arrivate manifestazioni di interesse importanti di imprese che hanno un rilievo industriale e capacità finanziarie.

“Ci auguriamo che presenteranno le offerte vincolanti in un contesto più ampio di crescita e sviluppo del siderurgico”.

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