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Polemica Imu, l’attacco di Bagnasco: “Grave se le scuole cattoliche chiudessero”

di luiss_vcontursi |30 Novembre 2012 15:10

Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente Cei (Foto Lapresse)

ROMA – Sarebbe “molto grave” se le scuole cattoliche “dovessero chiudere”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a margine dell’XI Forum del progetto culturale. Non si placa la polemica sull’applicazione dell’Imposta municipale sugli immobili alle attività ecclesiastiche a sfondo sociale e il cardinale rilancia la battaglia degli istituti privati che sostengono di non essere in grado di pagare l’imposta. E dà una stilettata a Profumo per l’impegno a sostenere l’esenzione.

Secondo quanto riporta il Sir, il cardinale ha spiegato che “c’è preoccupazione soprattutto per la mancanza di contributi“. A questo proposito, il presidente della Cei ha segnalato come urgente “quello che lo Stato sarebbe giusto riconoscesse non tanto agli istituti scolastici, quanto alle famiglie, che hanno diritto a scegliere per i propri figli l’istruzione che ritengono più idonea”.

“Data la mancanza di questo contributo alle famiglie – ha proseguito – le scuole cattoliche si trovano in grandissima difficoltà. Sarebbe molto grave se dovessero chiudere, sia per i genitori, sia per l’intero sistema scolastico”.

Alla riunione del Consiglio dei ministri di venerdì, promette, porterà un’istanza a Monti per l’esenzione dell’Imu per le scuole paritarie, comprese quelle cattoliche. “Mi farò portatore positivo con il presidente Mario Monti di questa richiesta”, ha spiegato, rispondendo alla deputata centrista Luisa Capitanio Santolini che gli aveva sottoposto la questione.

Quanto alla situazione di difficoltà in cui versano molti ospedali cattolici, il card. Bagnasco ha ricordato che dietro di essa “ci sono tantissime persone e le rispettive famiglie: spero che, attraverso una maggiore attenzione e l’approfondimento delle diverse situazioni, se ne possa uscire”.

Infine una parola spesa anche sull‘Ilva: “Mi pare che non sia così senza uscita”, ha commentato il cardinale. “C’è una situazione gravissima a Taranto, anche a Genova e a Noli, ma sembra che le diverse responsabilità siano ancora più coinvolte nella situazione, per uscire da questo stallo gravissimo”.

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