Il quarto emendamento annunciato dal Governo sulla manovra ha modificato i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto rimodulandoli. E’ prevista infatti una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi (su un totale di circa 11,6 miliardi al 2032).
Le risorse risparmiate dallo Stato vengono recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione. Si tratta dei fondi europei che vengono stanziati per colmare il gap che al il Mezzogiorno d’Italia con il Nord. 718 milioni arrivano invece dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e 1.600 dalla quota destinata alle regioni Calabria e Sicilia.
Ponte sullo Stretto, il Governo usa parte dei fondi europei per lo Sviluppo e la Coesione
Questo è quanto deciso dal Governo. E le due regioni interessate (governate entrambe dal Centrodestra) che ne pensano? Nelle settimane scorse, la Regione Siciliana aveva fatto sapere di voler spostare dei fondi che dovrebbe mettere per la realizzazione del Ponte in alcuni progetti approvati nella scorsa legislatura.
“Serve un referendum”
A parlare è intanto l’opposizione, con il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita che chiede un referendum tra i cittadini. “Come i faraoni dell’antico Egitto, che impegnavano risorse economiche immani per costruire le ambiziose piramidi, il leader della Lega Salvini rastrella con ogni mezzo i soldi per finanziare un’opera che la Calabria non ha mai voluto e cercato”.
“La smania di passare alla storia come il realizzatore del ponte sta portando il vicepremier leghista a rastrellare tutte le risorse disponibili. Anche a costo di privare la già debole Calabria degli strumenti finanziari per programmare il suo sviluppo”.
Prosegue Fiorita:”L’emendamento, con cui parte dei soldi che serviranno per il ponte, se mai si farà, saranno presi dalla riduzione del Fondo Sviluppo e Coesione destinato alla Calabria fino al 2027. E’ inaccettabile nel metodo e nella sostanza. La Calabria diventa più povera sull’altare di un’opera della cui utilità è legittimo serbare dubbio”.
“Ma poiché Salvini agisce come se il ponte sia sostenuto e apprezzato dalla popolazione calabrese, è forse venuto il momento di fare chiarezza su questo punto. Si indìca, come prevede lo Statuto della Regione Calabria, un referendum consultivo su questa opera e sulla sua obiettiva utilità. Si pronunci il corpo elettorale calabrese se effettivamente vale la pena sacrificare tutto per una sola opera”.