L’86% degli italiani resterà a casa per il pranzo di Pasqua, con una media di 75 euro a famiglia per la spesa. Il 60% la trascorrerà in casa propria, il 26% da parenti e amici. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè “La Pasqua 2024 degli italiani a tavola”, che fotografa le abitudini dei consumatori. E se il 9%, invece andrà al ristorante o in un agriturismo e il 3% farà un picnic all’aria aperta, a tavola siederà una media di 6 persone, anche in questo caso più o meno come lo scorso anno.
Secondo un altro sondaggio, realizzato da Ipsos per Confesercenti, sarà invece il 65% degli italiani a festeggiare la Pasqua con un pranzo a casa, propria o di parenti, il 12% celebrerà la ricorrenza in un ristorante, il 9% in viaggio. Seguono al 4% sia i festeggiamenti a casa di amici che quelli in un parco o comunque all’aperto. A festeggiare in famiglia saranno soprattutto i residenti nelle Isole (71%), nel Nord Est (70%), al Centro (64%) e nel Nord Ovest (62%). Chiude la classifica il sud con circa sei italiani su dieci (61%).
Per quanto riguarda la celebrazione della Pasqua al ristorante o in un pubblico esercizio, in testa con il 18% gli italiani residenti al sud. Segue il Nord Ovest con l’11%, il Centro e il Nord Est con il 10% e le Isole con l’8%. Per il giorno di Pasquetta, invece, solo un italiano su tre (34%) pranzerà a casa propria o di parenti, il 16% sarà in gita fuori porta, il 13% in un parco, il 12% a casa di amici, il 9% al ristorante e il 5% in viaggio.
Sempre secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, in più di quattro famiglie su 10 (43%) si preparano quest’anno in casa i dolci regionali tipici della Pasqua, con un deciso ritorno alle tradizioni. Una carrellata di dolci che inizia dalla Val d’Aosta, dove si preparano i flantze, pani di segale appiattiti con zucchero, burro, uvetta, mandorle e canditi, mentre in Piemonte c’è il salame del Papa di cioccolato. In Liguria, invece, c’è l’imbarazzo della scelta tra canestrelli, mostaccioli e marzapani. La classica colomba di Pasqua è invece il dolce più presente sulle tavole lombarde, evidenzia Coldiretti, così come la fugassa in Veneto.
Il Friuli Venezia Giulia vanta il presniz, una sorta di strudel della tradizione triestina, ma anche la putizza, mentre il Trentino Alto Adige la corona pasquale o anche il Fochaz-osterbrot. Dall’Emilia arriva il bensòne che è tra i più antichi dolci prodotti nel territorio di Modena; dalla Toscana, invece, la schiacciata pisana così come la panina di Pasqua. In Umbria tutti pazzi per la ciaramicola, mentre nelle Marche si preparano le ciambelle pasquali, che una volta erano impastati dalle “vergare”, le donne di casa, il Venerdì Santo per farle riposare e poi cuocerle il giorno di Pasqua. La pizza dolce è tipica del Lazio, così come la pigna di Pasqua.
In Abruzzo, invece, ci sono i cavalli, mentre in Basilicata il tarallo aviglianese glassato noto anche come “Il biscotto della sposa”. E se in Molise si prepara la pigna, immancabile in Campania la pastiera e i quaresimali. In Calabria ci sono i cuculi, fatti con una pasta di pane piuttosto zuccherata, mentre in Puglia è protagonista la pupa con l’uovo. I siciliani portano in tavola la cuddura cu l’ova, i sardi, infine, le pardulas e l’aranzada nugoresa, finissimi fili di buccia d’arancia cotti lentamente nel miele e arricchiti da filetti di mandorle tostate.
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