ROMA – Anche il 2014 sarà un anno negativo per i prestiti alle imprese. Nell’anno, infatti, secondo le stime del Centro studi Confindustria i prestiti dovrebbero calare ancora di 8 miliardi (1%) dopo la riduzione del 10,5% (circa 96 miliardi in meno) avuta a novembre 2013 dal picco di settembre 2011. Uno spiraglio positivo si dovrebbe vedere invece nel 2015 con un +2,8% (+22 miliardi) I cordoni della borsa delle banche restano quindi ancora strettissimi ma c’e’ il rischio che la situazione peggiori nel caso che i test effettuati dalla Bce sulla solidità dei bilanci bancari non avessero esito positivo.
In caso di ”scenario avverso”, avverte la Confindustria che comunque lo ritiene ”meno probabile”, i prestiti alle imprese potrebbero scendere nel 2014 del 4,9% (-40 miliardi) e mantenere la tendenza negativa nel 2015 (-1,3% pari a un calo di 10 miliardi). A bloccare i prestiti da parte delle banche, sottolinea il Centro studi Confindustria – ci sono ”una montagna di sofferenze”. Nel nostro Paese le sofferenze sui prestiti alle imprese a novembre sono cresciute a 103 miliardi (il 12,6% del totale dei prestiti) da 25 miliardi del 2008. Sono cresciute anche le sofferenze sui prestiti alle famiglie (anche se in misura minore) passando da 10 miliardi nel 2008 ai 32 di novembre 2013. ‘
‘Questa è la causa principale del credit crunch in Italia – afferma il Csc – – che così ha prolungato e approfondito la recessione partita proprio dalla stretta creditizia cominciata nel 2011. La determinante del rischio di credito oggi è la recessione stessa. Siamo immersi in un circolo vizioso credit crunch-recessione che si auto alimenta”. L’uscita dal tunnel recessivo – si legge ancora – può appiattire il profilo delle sofferenze, così da ridurre il rischio di credito per le banche.
Per far ripartire i prestiti, avverte Confindustria, è fondamentale la generazione di risorse interne che alimenti la dotazione di capitale bancario. Perciò è necessario aumentare la redditività bancaria ”soprattutto attraverso l’ulteriore contenimento dei costi operativi”, incluse le spese per il personale. Mentre frenano ancora i prestiti a imprese e famiglie una buona notizia arriva dal fronte mutui con la sospensione delle rate per 18 mesi per 10.350 famiglie tra maggio 2013 e la prima settimana del 2014. Grazie al fondo prima casa che manterrà la sua operatività fino a fine 2015, ha spiegato l’Abi, associazione degli Istituti di credito, è stato possibile sospendere il pagamento delle rate dei mutui, per un controvalore di 988,5 milioni di euro di debito residuo.