Il prezzo del cotone ai massimi livelli da 150 anni: rincari delle materie prime, cresce il pericolo inflazione

Pubblicato il 24 Gennaio 2011 - 21:07 OLTRE 6 MESI FA

Il cotone vola ai massimi da 150 anni e tocca quota 1,6194 dollari alla libra a New York: è dalla guerra di Secessione (1861-1865) che non il cotone non raggiungeva un livello così elevato. Un balzo che rafforza il rally delle commodity e alimenta i timori di inflazione a livello mondiale, agitando lo spettro della stagflazione, tanto da spingere il presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet a segnalare un possibile aumento dei tassi di interesse in futuro anche a fronte della debolezza di alcuni paesi dovuta alla crisi del debito europea. L’aumento delle materie prime spinge McDonald’s a ritoccare al rialzo il proprio listino prezzi in alcune aree.

L’inflazione nell’area euro va tenute strettamente sotto controllo, avverte Trichet invitando tutte le banche centrali ad assicurare che gli elevati prezzi degli alimentari e dell’energia (il petrolio ha chiuso in calo a New York, -1,4% a 87,72 dollari al barile, dopo che il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita ha lasciato intedere che potrebbe aumentare la produzione) non prendano piede su scala mondiale.

”Tutte le banche centrali, in periodi come questo in cui ci sono minacce inflazionistiche che vengono dalle materie prime, devono essere molto attente che non si inneschino effetti a catena sui prezzi”, spiega Trichet riferendosi alla possibilità che i rincari energetici, attraverso le contrattazioni salariali, coinvolgano altri settori economici. ”Al momento” – spiega Trichet – la Bce non vede effetti di questo genere, ma non sarà la debolezza di economie come la Grecia e il Portogallo a impedire che l’Eurotower reagisca. La vigilanza contro l’inflazione e il rigore di bilancio sono la ricetta migliore per la ripresa economica in Europa. A mettere in guardia sulle pressioni inflazionistiche è anche il Fondo Monetario Internazionale (Fmi).

”Gli elevati prezzi delle commodity e dei prodotti alimentari complicano l’outlook dell’economia mondiale, con l’inflazione e le aspettative di inflazione che iniziano ad accelerare. Mentre alcune banche cnetrali sembrano essere intenzionate ad accettare un aumento temporaneo dell’inflaizone, in altri paesi cambi di rotta sono necessari per aiutare a mantenere l’espansione economica su una strada sostenibile” spiega il numero due del Fondo John Lipsky, prevedendo per il 2011 una crescita economica mondiale inferiore al 4,75%. Le speculazioni su un’offerta non in grado di soddisfare la cinese mettono le ali al cotone.

”Il mercato è in fase di esplosione ed è influenzato dalla domanda della Cina” osservano alcuni analisti, mettendo in evidenza come l’offerta è limitata a causa delle abbandonati pioggie che hanno danneggiato i raccolti in diversi paesi produttori. In aumento anche i prezzi del cacao, saliti del 7% dopo che il presidente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara, ha imposto un bando di un mese alle esportazioni. Nelle ultime settimane la Fao ha lanciato l’allarme prezzi sui prodotti alimentari, definendo la situazione allarmante.

Uno studio della Commissione Europea ritiene che non ci siano legami fra la speculazione sui mercati e l’andamento delle materie prime, ma il presidente francese Nicolas Sarkozy, prende le distanze da Bruxells e ribadisce che le connessioni fra speculazione e prezzi sono una delle priorità del G20.