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Prezzo della pasta alle stelle: +17,5% in un anno. Il Governo convoca la Commissione di allerta rapida

Il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha dato mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica del prezzo della pasta che nel mese di marzo ha fatto registrare un aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente in un contesto caratterizzato dalla riduzione del prezzo della materia prima e dalle dinamiche variabili dei costi dell’energia e degli altri fattori di produzione. Lo annuncia una nota. È la prima riunione della commissione creata con il decreto trasparenza. La riunione è convocata l’11 maggio alle 14.30.

Prezzo della pasta, la nota di Assoutenti

La convocazione della Commissione di allerta rapida sui prezzi da parte del Mimit per analizzare la dinamica del prezzo della pasta “rappresenta una vittoria” per Assoutenti, che lo scorso aprile aveva presentato una segnalazione sul caso, e per tutti i consumatori italiani. “Ad aprile abbiamo segnalato al Mimit e a Mister Prezzi alcune anomalie nell’andamento dei prezzi al dettaglio della pasta in Italia”, spiega il presidente Furio Truzzi, membro della Commissione di allerta rapida e promotore della denuncia sul caro-pasta. “In base al dossier realizzato da Assoutenti – continua – tale prodotto ha subito nell’ultimo anno rincari fortissimi che non sembrano giustificati dalle quotazioni del grano. Ad esempio ad Ancona, città che vanta il prezzo più alto d’Italia, un chilo di pasta costava in media a marzo 2,44 euro, e solo in 12 province i listini di spaghetti, rigatoni, penne ecc. risultavano inferiori ai 2 euro al chilo”.

“La pasta è uno dei beni più amati dagli italiani, con un consumo pari a circa 23 chili procapite in un anno, ed è evidente che listini così elevati incidono sulle tasche dei consumatori”, spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi. Se lo scorso anno l’inizio del conflitto in Ucraina aveva provocato una tsunami sui mercati delle materie prime come grano e frumento, oggi la situazione appare diversa, con le quotazioni che, secondo Coldiretti, sono calate del 30% rispetto allo stesso periodo del 2022. I prezzi del grano sono omogenei su tutto il territorio nazionale e si attestano attorno ai 38 centesimi di euro al chilo.

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