Procura Milano (pm Greco) assume 60mila rider. E ora? Ora niente. E' solo un proclama Procura Milano (pm Greco) assume 60mila rider. E ora? Ora niente. E' solo un proclama

Procura Milano (pm Greco) assume 60mila rider. E ora? Ora niente. E’ solo un proclama

Procura Milano si è impegnata alla grande e auto proclamata Ufficio risorse umane e capo del personale delle aziende che gestiscono la consegna a domicilio delle merci acquistate, in particolare quelle alimentari: è questo il commento ironico, ma non certo lontano dal vero, che si ascolta il mattino dopo.

Mattino dopo di cosa? Commento di chi? Mattino dopo che la Procura ha dichiarato 60 mila rider (o fattorini per dirla all’antica) personale da assumere, ha dato ultimatum e scadenza di tre mesi alle aziende per, come si dice, ottemperare e ha calcolato 733 milioni di multa alle aziende come incentivo al comparto. Il commento è in genere di coloro che si occupano di legislazione sul lavoro, giuslavoristi. O anche, più semplicemente, di chi affronta la questione dei rider sul piano delle azioni e non dei proclami.

Assumere rider, in concreto?

I rider (che correttamente la Procura definisce non schiavi, ma c’era bisogno giuridico o mediatico nella precisazione anti schiavista?) hanno diritto a lavorare in condizioni contrattuali stabilite. Lavorano molto a sera, moltissimo nei fine settimana, relativamente poco in altri segmenti della giornata e del calendario.

Soprattutto lavorano in condizioni di massima flessibilità della domanda e di flessibilità anche dell’offerta di disponibilità lavorativa. In questo contesto che vuol dire assumere? Se vuol dire cercare, condannare, impedire il lavoro in nero che pure c’è, allora siamo nella riproposizione con nuovo clamore ma immutata sostanza della legislazione esistente. Se invece si intende fornire alle aziende e ai rider la forma contrattuale che entrambe le parti devono sottoscrivere, spetta questo compito ad una Procura?

Effetti pratici della pronuncia della Procura sui Rider: le congratulazioni del ministro

Il primo e immediato effetto pratico della pronuncia della Procura sono state le congratulazioni gioiose del neo ministro del Lavoro, il Pd Orlando. Sollecito il ministro, dimentico nell’entusiasmo della differenza-separazione tra potere esecutivo e giudiziario. E ministro distratto dalla buona novella, distratto dalla realtà su cui come ministro dovrebbe operare. Realtà che dopo la pronuncia della Procura non sarà quella di 60 mila assunzioni in 90 giorni. N

ella realtà alcune delle aziende stavano assumendo secondo difficili precedenti intese contrattuali (nel settore alcune aziende hanno trovato parziali intese con alcuni sindacati, altre aziende non hanno sottoscritto e altri sindacati non hanno approvato): assunzioni, non molte, per ora sospese.

Altre aziende mugugnano e mormorano e fanno filtrare che forse mollano le attività in Italia. Probabilmente non lo faranno, di certo però non investiranno in assunzioni. Il più delle imprese del settore promette e organizza ulteriori (e probabilmente infinite) tappe giudiziarie della vicenda.

Procura e Rider. Morale della favola: giustizialismo economico non fa occupazione

Morale della favola? La pronuncia della Procura di Milano è ineccepibile sul piano dell’astratto principio: chi lavora deve avere un accordo contrattuale con chi lo paga per il suo lavoro, ci mancherebbe altro. Non c’era bisogno di una Procura per saperlo, comunque repetita iuvant, spesso i datori di lavoro hanno orecchie da mercante.

Ma quale debba essere questo accordo, quale il contratto, quali le modalità del rapporto offerta-domanda di lavoro non son cose che possano essere declinate sulla base di ottimi e generici principi. Il mercato, le parti sociali, la legislazione vigente, la contrattazione costituiscono il quadrilatero entro il quale altrettanti attori definiscono nel bene e nel male come quanto devono lavorare ed essere retribuiti i rider.

Trasformare per pronuncia di Procura 60 mila persone in altrettanti lavoratori con contratto stabile è fuori da questo quadrilatero, è di fatto un proclama. Cui non a caso aderisce il ministro. Un proclama genuinamente coerente con l’idea che la politica e l’economia e la società tutta si raddrizzano per via giudiziaria. Un proclama di giustizialismo economico. Come diceva qualcuno, non importa gatto sia nero o bianco, basta prenda il topo. Non importerebbe sia giustizialismo economico, basta che crei posti di lavoro. Purtroppo non li crea i posti di lavoro, li immagina. Anche stavolta.

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