Procura Trani: dopo Mps indaga anche su Bnl, Unicredit, Intesa e Credem

TRANI – Lo scandalo derivati si allarga sempre più: non c’è solo Mps nel mirino della Procura di Trani. I pm pugliesi hanno iscritto, a vario titolo, nel registro degli indagati alcune decine di persone, per usura e truffa nell’ambito delle indagini, avviate nei mesi scorsi, sui derivati emessi da cinque banche italiane: Mps, Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem.

L’indagine sarebbe finora a carico di funzionari e dirigenti bancari che avrebbero proposto e fatto firmare ad imprenditori ed investitori del nord barese, territori su cui ha competenza ad indagare la magistratura tranese, titoli spazzatura che avrebbero poi causato ingenti perdite ai sottoscrittori.

Nell’ambito di questa indagine i pm inquirenti, Michele Ruggero e Antonio Savasta, hanno avviato accertamenti per risalire agli ispettori di Consob e Bankitalia che avevano il compito di controllare la genuinità dei derivati offerti dalle banche ai risparmiatori. Le indagini in corso mirano proprio ad identificare gli ispettori dei due organismi di controllo nei confronti dei quali potrebbe essere ipotizzato il reato di omesso controllo.

Intanto a Roma si procede contro ignoti per ostacolo alla vigilanza, oltre che per manipolazione del mercato. La procura della Capitale ha ricevuto documentazione da parte di Bankitalia e Consob.

Nell’ambito dell’inchiesta pugliese sui derivati “swap”, la Guardia di finanza ha sequestrato giovedì oltre 358.000 euro nella filiale di Mps di Corato in provincia di Barletta-Andria-Trani.  Secondo quanto riferito, l’inchiesta era partita dalla denuncia di un imprenditore di Corato che si era visto addebitare complessivamente 415.000 euro, pari alle perdite subite dopo aver sottoscritto un derivato “swap” del valore di 4,5 milioni di euro proposto dalla banca per la copertura di un finanziamento chiesto dallo stesso imprenditore. Nell’inchiesta – aperta nel gennaio dell’anno scorso – sono stati effettuati complessivamente sequestri preventivi di contratti swap del valore di oltre 220 milioni di euro.

Coinvolti anche alcuni traders stranieri. Nell’ambito dell’inchiesta sulla manipolazione del tasso Euribor, un dirigente di Banca Intesa – del quale non si conosce il nome – verrà ascoltato venerdì 1 febbraio dagli investigatori, su disposizione dei magistrati tranesi.

Al centro degli accertamenti – stando a quanto riporta l’Ansa – vi sarebbero traders stranieri che, secondo l’accusa, anziché comunicare ogni pomeriggio agli organismi preposti il tasso a cui veniva scambiato il denaro, concordavano tra di loro le comunicazioni da dare e, in questo modo, avrebbero influenzato il sistema bancario e finanziario italiano, provocando danni ai sottoscrittori di mutui e di derivati che sono agganciati al tasso Euribor.

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