Province “congelate” continuano a spendere. Mobilità per 20mila, mancano elenchi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Marzo 2015 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA
Province "congelate" continuano a spendere. Mobilità per 20mila, mancano elenchi

Province “congelate” continuano a spendere. Mobilità per 20mila, mancano elenchi

ROMA – Province “congelate” continuano a spendere. Mobilità per 20mila, mancano elenchi. Abolite dalla Carta costituzionale in vista soprattutto di razionalizzazione e riduzione dei costi, le Province continuano a spendere e non hanno ancora fornito gli elenchi dei 20mila dipendenti in esubero che occorre ricollocare secondo il piano di mobilità.

In attesa dei decreti attuativi alla legge Delrio – dovevano arrivare a luglio, sono previsti a settembre – a Salerno il presidente nomina quattro nuovi assessori. Uno in più anche a Bari. La provincia di Bergamo invece si è comprata un terreno in Basilicata per 56 milioni, mentre quella di Rovigo distribuisce gettoni per merito ai dirigenti. Intanto, le Province “congelate” dalla Carta erogano premi ed acquistano terreni, inaugurano nuove sedi dove presumibilmente non dovrà lavorare nessuno, aspettando che le regioni, impegnate nella campagna elettorale delle amministrative, si muovano.

Uno dei casi limite è stato quello della provincia di Monza e Brianza con il vecchio consiglio e la vecchia giunta che hanno inaugurato la nuova sede costata oltre 24 milioni di euro lo scorso 3 ottobre, a una settimana dalle nuove elezioni di secondo livello e conseguente riduzione delle competenze. Con il personale che dovrà essere ridotto e trasferito come in tutte le altre province. Il 31 marzo infatti ogni provincia dovrà presentare la lista degli esuberi che saranno in totale 20 mila dipendenti rispetto agli attuali 54.242 dipendenti. (Antonio Calitri, Il Messaggero)

Entro l’1 aprile, in teoria (è scritto nella Legge di Stabilità) e secondo il programma di smantellamento degli enti provinciali, gli enti soppressi avrebbero dovuto preparare il censimento dei lavoratori in esubero da trasferire ad altre amministrazioni pubbliche. Solo una Regione, poi, la Toscana, ha varato una legge per disciplinare l’assorbimento del personale provinciale.

A essere in ritardo non sono peraltro solo le vecchie Province – abolite ma neanche tanto, considerato che molte hanno poi continuato a nominare dirigenti – la cui dotazione organica è destinata a ridursi del 50%.

Anzi, i principali indiziati sono le Regioni, che avrebbero dovuto approvare leggi ad hoc con cui disciplinare il passaggio di alcune funzioni e del relativo personale. Da realizzarsi attingendo alle liste di mobilità in cui sono destinati a finire i dipendenti delle province che sono privi dei requisiti per andare in pensione entro il 31 dicembre 2016 e non lavorano presso i centri per l’impiego (questi ultimi, circa 8mila, dovrebbero confluire nella futura Agenzia nazionale per l’occupazione) […]

Nel frattempo, 5-6mila persone destinate alla mobilità restano in bilico. E a loro si sommano i circa 3mila appartenenti alla Polizia provinciale, che non possono essere trasferiti nei corpi nazionali a causa della differenza retributiva. (Fatto Quotidiano)