Il QI (quoziente di intelligenza) dei leader nazisti processati a Norimberga rivela che si trattava di gente dotata di elevatissima intelligenza. Il che non ha impedito a molti di loro di essere dei feroci persecutori dell’umanità.
Se ne riparla in questi tempi recenti e la riscoperta delle carte del processo impone qualche riflessione. Bontà d’animo e intelligenza non sempre viaggiano assieme nella vita.
Nel corso del Processo di Norimberga i più importanti leader nazisti furono sottoposti a una serie di test sulla personalità e sul quoziente intellettivo.
Obiettivo dell’indagine psicologica era capire come e perché queste persone si erano macchiate di delitti così efferati.
Non erano in discussione la loro colpa e la loro responsabilità ma si cercava di capire quale movente li avesse spinti oltre i confini umani. La domanda se i nazisti erano sociopatici, psicopatici o semplicemente persone affette da disturbi della personalità era emersa nel processo. Così come quella di chiedersi se la società tedesca fosse stata contagiata da una psicosi di massa che aveva obnubilato le coscienze e soprattutto se potevano essere evitati quei comportamenti così spietati e distruttivi.
È questa una delle parti meno ricordate del Processo di Norimberga e che più ha coinvolto per decenni la comunità psicologica mondiale dopo la fine della seconda guerra mondiale. I gerarchi si sono sempre difesi con la dichiarazione “un soldato esegue gli ordini ricevuti”.
Dai vari test ne emerge uno particolarmente interessante che riguarda il QI dei leader nazisti sopravvissuti. Una parziale risposta per capire chi erano davvero quegli uomini che avevano pensato e attuato l’Olocausto e che avevano condotto una guerra spietata nella convinzione di essere un popolo superiore.
I punteggi del QI
Ventuno importanti leader tedeschi, sia militari che politici, furono sottoposti a un test del QI ed è sorprendente scoprire come tutti abbiano ottenuto punteggi incredibilmente alti considerando che il quoziente intellettivo medio degli ufficiali nazisti sottoposti al test era di 128.
Si deve rilevare che alcuni di loro sfuggirono alla pena di morte e anche uscirono quasi indenni da Norimberga. Fra questi figura proprio il top della lista del QI riportata qui sotto, il banchiere Hjalmar Schacht. Anche l’ammiraglio Doenitz, che per alcuni mesi fu anche presidente della Repubblica tedesca dopo la morte di Hitler, se la cavò con pochi anni di carcere.
In fondo all’elenco figura von Ribbentrop, fedele servitore di Hitler e grande nemico dell’italia e degli italiani: ma pur sempre con un quoziente di intelligenza di 129.
- Hjalmar Schacht – 143
- Arthur Seyss-Inquart – 141*
- Hermann Goering – 138+
- Karl Doenitz – 138
- Franz von Papen – 134
- Eric Raeder – 134
- Dr. Hans Frank – 130*
- Hans Fritsche – 130
- Baldur von Schirach – 130
- Joachim von Ribbentrop – 129