NICOSIA (CIPRO) – Euro in calo proprio nel giorno in cui la Bce si riunisce per definire gli ultimi dettagli del Quantitative Easing, il programma di acquisto di titoli di Stato da 1.140 miliardi di euro che impegnerà il governatore Mario Draghi fino a settembre 2016. Euro giù e spread basso: giovedì è intorno a quota 100 il differenziale tra i nostri titoli e il Bund tedesco.
Il QE dovrebbe essere l'”arma letale” contro la deflazione, il più grande passo verso l’integrazione europea dopo l’introduzione dell’euro. Eppure del QE annunciato da Mario Draghi a gennaio mancano ancora molti dettagli. Ecco gli elementi conosciuti e i nodi ancora da sciogliere degli acquisti di titoli da parte della Banca centrale europea. La riunione, a Cipro, di giovedì serve proprio a discutere alcuni punti che Domenico Conti dell’Ansa sintetizza:
-QUANDO SI PARTE? Draghi, a gennaio, ha indicato il mese di marzo. Di fatto, gli acquisti di titoli nell’ambito del quantitative easing, si si fa eccezione per i prestiti cartolarizzati e le obbligazioni garantite che facevano parte del precedente programma, non sono ancora partiti. La Bce si riunisce giovedì e ne discuterà. Ma è escluso che le banche centrali nazionali, che saranno il suo ‘braccio operativo’ nel quantitative easing, partano subito dopo. Se ne parlerà almeno la settimana prossima: manca infatti ancora la pubblicazione dell’atto legale che ne rappresenta il presupposto giuridico.
-QUANTO QE? Draghi ha annunciato un programma di acquisti di titoli per 60 miliardi al mese “almeno fino a settembre 2016”, equivalente ad almeno 1140 miliardi di euro. Specificando però che in ogni caso proseguiranno “finché il consiglio direttivo non riscontri un aggiustamento durevole del profilo d’inflazione” coerente con l’obiettivo vicino al 2%. L’inflazione viaggia a -0,3% e le stime della Bce la danno sotto il 2% anche per il prossimo anno: non è chiaro cosa Draghi intenda con l’espressione “aggiustamento durevole”. L’intero ammontare, poi, include anche acquisti di titoli di agenzie dell’Eurozona (come la Banca europea degli investimenti) e istituzioni europee (come i fondi di salvataggio Ue). Al netto di queste attività, gli acquisti di titoli di Stato potrebbero totalizzare circa 850 miliardi di euro.
-RISCHI E QUOTE NAZIONALI. La Bce ha già chiarito che che l’80% dei rischi resteranno in capo alle banche centrali nazionali: per l’Italia, la Banca d’Italia. Gli aspetti legali di questa ripartizione dei rischi potrebbero dover essere chiariti ulteriormente, così come la distribuzione dei ‘redditi monetari’ che deriveranno dagli interessi pagati sui titoli acquistati ed eventuali plusvalenze.
–QUANTA DISCREZIONALITA’ NEGLI ACQUISTI? I governatori dovrebbero discutere anche di quanta autonomia godranno le banche centrali nazionali nel decidere quali titoli comprare, quali scadenze (il qe prevede da due a trent’anni) e a quali prezzi. Un nodo rilevante visto che i bond di molti paesi dell’Eurozona già scambiano a rendimenti inferiori allo zero: visto che il QE dovrebbe far salire l’inflazione, salirebbero anche i tassi con un deprezzamento dei titoli e il potenziale per minusvalenze.