ROMA – L’anticipo del Tfr per gli statali al momento arriva “fino a 30mila euro, ma siamo un governo di ottimisti, c’è un percorso parlamentare e nessuno esclude che la già soddisfacente cifra possa salire 40-45mila euro, questo è l’obiettivo che ci siamo dati”: Matteo Salvini ha quindi confermato il forfait immediato di 30mila euro per il trattamento di fine servizio (è il Tfr dei dipendenti pubblici) degli statali che opteranno per quota 100 (in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi).
Ma essendo le banche a finanziare l’anticipo forfettario della liquidazione (il resto quando si conseguono i requisiti normali della pensione di vecchiaia, cioè a 67 anni), resta da capire, visto che quei 30mila euro li anticipano le banche, chi pagherà gli oneri finanziari relativi. Chi li salda gli interessi, il lavoratore o lo Stato?
Sempre Salvini si è mostrato ancora ottimista in merito: “Non ci saranno costi per i lavoratori”, ha assicurato rispondendo a domanda diretta. Tuttavia nulla è previsto nel decreto, non un codicillo è stato inserito che sciolga i dubbi in proposito. Il Sole 24 Ore segnala che la convenzione tra Pubblica Amministrazione e banche c’è già per finanziare il fondo di garanzia che materialmente erogherà la liquidazione. Bisognerà aspettare però l’approvazione da parte delle Camere del decreto prima che la convenzione sia normata e resa attuativa da una legge dedicata.
“Dovranno tra l’altro essere messe nero su bianco le modalità applicative, comprese quelle relative al tasso d’interesse sul “prestito” che secondo le prime indiscrezioni dovrebbe oscillare tra l’1,5 e l’1,7% – scrivono Davide Colombo e Marco Nogari sul Sole -. E che in ogni caso fino a un importo massimo di 30mila euro sarà quasi integralmente coperto dallo Stato (al 95%) lasciando un 5% a carico del lavoratore pubblico anche per evitare di violare le regole e le convenzioni Ue. Oltre il “tetto” dei 30mila euro il dipendente dovrebbe farsi carico di tutti gli interessi oppure rimettersi alle regole attualmente in vigore che prevedono un lunga fase di “congelamento” della liquidazione”.