Rc Auto, governo corregge: riparazione in officina ma con costi standard

rc autoROMA – Riparazione nelle officine scelte dal cliente e non dall’assicurazione ma a prezzi standard e sì alla scatola nera ma senza il collegamento al “Grande fratello” del ministero. Arrivano emendamenti e aggiustamenti al piano “Destinazione Italia” e arrivano soprattutto nel settore della Rc Auto. 

Una proposta formulata dal Pd prevede di utilizzare il metodo dei costi standard anche per la riparazione delle automobili. Lo riferisce il deputato Dem Marco Causi. In questo modo, spiega, si rispetta il principio della concorrenza anche fra i carrozzieri.

La proposta prevede “un meccanismo di verifica dei prezzi basato sui costi standard”, metodo utilizzato per le “prestazioni sanitarie che sono un affare molto complesso – dice Causi – e che quindi possono essere utilizzati anche in questo settore”. L’individuazione di costi standard, spiega sempre il deputato Dem, avverrebbe attraverso “metodi statistici” e secondo noi dovrebbero “essere asseverati dall’Ivass”

Dalla stessa area arriva anche la proposta sulla scatola nera.   Garantire la possibilità agli automobilisti che vogliono ottenere uno sconto sulla polizza di autorizzare l’installazione della scatola nera ma senza l’uso del “Grande Frarello”, vale a dire la banca centrale del ministero, facendo così scendere i costi da 80 al 20 euro al mese.

Complessivamente, spiega l’agenzia Public Policy,  la commissione Giustizia della Camera ha espresso parere favorevole al dl Destinazione Italia con 10 condizioni, molte delle quali riguardanti il tema delle RC auto. Ecco quali, secondo Public Policy:

Secondo i deputati, bisogna modificare la norma contenuta nell’articolo 8, comma 1, lettera b) che intende introdurre una prova legale civile dei dati prodotti dalla ‘scatola nera’ in caso di incidente automobilistisco. Gli stessi parlamentari chiedono di riformulare la norma che prevede che l’identificazione di eventuali testimoni in caso di incidente deve risultare dalla denuncia di sinistro, “nonché” dalla richiesta di risarcimento presentata all’impresa di assicurazione.

E ancora: bisogna riformulare la disposizione nel senso di prevedere che l’identificazione di testimoni deve risultare dalla denuncia di sinistro, “ovvero” dalla richiesta di risarcimento presentata all’impresa di assicurazione e, quindi, in un tempo considerevolmente più ampio rispetto a quello attualmente previsto dalla norma.

Dubbi anche sulla norma che vuole mettere un freno alla ricorrenza degli stessi testimoni chiamati in causa nell’eventualità di incidente. I commissari chiedono di modificare la norma per fare in modo che sia l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni a segnalare al giudice la ricorrenza del testimone e non il giudice stesso.

I deputati hanno inoltre chiesto di cancellare la norma che attribuisce all’impresa di assicurazione la facoltà di risarcire in forma specifica attraverso carrozzerie convenzionate, e ritengono “ingiustificato” l’innalzamento a 10 giorni del termine a disposizione dell’assicuratore per eseguire l’ispezione diretta, chiedendo che sia mantenuto l’attuale termine di 5 giorni.

Chiesta la cancellazione dell’articolo che prevede la facoltà da parte dell’assicuratore di vietare la cessione del diritto al risarcimento del danno. I deputati ritengono di dover sopprimere anche l’articolo che dispone il risarcimento di danni alla persona di lieve entità solo a seguito di riscontro medico legale da cui risulti “strumentalmente accertata” l’esistenza della lesione, eliminando il riferimento alla diagnosi di tipo visivo.

“Non si ravvisa alcun ragionevole motivo per limitare il diritto al risarcimento di danni, escludendo le lesioni riscontrabili con diagnosi di tipo visivo (si pensi, ad esempio, al cosiddetto ‘colpo di frusta’) che comunque, per quanto normativamente definite di ‘lieve entità’, possono essere in varia misura invalidanti”, scrivono i deputati.

Chiesta la cancellazione dell’articolo che punta a introdurre un’ipotesi di decandenza “qualora la richiesta di risarcimento non venga presentata entro tre mesi dal fatto dannoso, salvo i casi di forza maggiore”. Infine, i deputati chiedono di continuare a ritenere sufficiente la maggioranza semplice da parte delle assemblee di condominio per approvare opere e interventi per il contenimento del consumo energetico degli edifici, e non quella qualificata che il dl Destinazione Italia punta a introdurre. 

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