Rcs, Banca Akros garantisce aumento di capitale. Generali: dubbi sul voto

TRIESTE – Banca Akros firma la garanzia delle banche per l’aumento di capitale di Rcs (Rizzoli-Corriere della Sera). Grazie all’impegno fino a 10 milioni ufficializzato dalla merchant bank della Bpm si raggiunge così quota 182,5 milioni di euro.

Il paracadute degli istituti si aggiunge ai 200 milioni garantiti dai soci del patto e l’attesa operazione per 400 milioni vede dunque impegni ad aderire per il 95% dell’importo.

In vista del voto all’ assemblea della casa editrice, Generali, uno dei soci del patto che non ha aderito all’aumento, non scopre le carte aggiungendo altra incertezza all’esito del responso degli azionisti all’appuntamento del 30 maggio.

Intanto Banca Imi (Intesa Sanpaolo) è al lavoro per la vendita dell’immobile milanese di Rcs in via San Marco con una cessione che riguarda tre lotti per complessivi 27 mila metri quadrati, inclusi parcheggi e sotterranei. La notizia trova conferme da fonti finanziarie, mentre ci si interroga sui tempi del possibile spostamento degli organici verso la sede di via Rizzoli, inclusa la redazione della Gazzetta dello Sport, visto che la vendita riguarda espressamente locali vuoti, sembrerebbe già dal prossimo anno. Resta comunque escluso il nucleo storico in via Solferino che ospita parte importante della redazione del Corriere della Sera.

Il finanziere bretone Vincent Bolloré, capofila dei soci francesi di Mediobanca, vice presidente Generali e da fine 2012 primo azionista con il 5% del colosso dei media Vivendi, ha intanto escluso di voler investire in Rcs. “Assolutamente no, sono molto contento con Mediobanca e Generali”, ha detto a margine dell’assemblea Generali.

Nel corso della riunione annuale il group ceo del Leone Mario Greco ha ufficializzato che la compagnia non parteciperà all’aumento di capitale: ”Non esercitiamo il diritto all’aumento di capitale in Rcs”, ha detto. Non ha invece ancora deciso se partecipare o meno all’assemblea e al voto. ”Vedremo, un passo per volta” , ha detto Greco.

”Non abbiamo ancora deciso”, ha aggiunto Raffaele Agrusti, numero uno di Generali in Italia e rappresentante della compagnia nel patto di sindacato. Agrusti ha tra l’altro escluso che siano in calendario riunioni a breve del patto di sindacato: ”Non mi risulta”.

Il tema centrale in Rcs è però destinato a restare fino all’assemblea del 30 maggio quello dell’approvazione dell’aumento di capitale. Sono necessari i due terzi dei voti presenti in assemblea, ma un pronostico appare ancora molto difficile, soprattutto dopo la contrarieta’ ai termini dell’operazione resa esplicita da Della Valle e Benetton.

Gli interessi in campo sono diversi e divergenti: tutti i grandi soggetti finanziari italiani appaiono impegnati di questi tempi a concentrarsi esclusivamente sul proprio business (è il caso di Generali), ma ciascuno con valutazioni differenti sulle prospettive dell’investimento e le opportunita’ di sostenere il rilancio di Rcs (vedi Intesa, Fiat e Mediobanca). Resta da capire quanti soci andranno in assemblea e quanti dei presenti voteranno a favore.

Gestione cookie