MILANO – Rcs. Cairo riavvicina i “nemici” Della Valle-Bazoli contro Fiat. Grandi manovre in vista del prossimo cda Rcs fissato il 29 marzo. Se la cessione della divisione Libri a Mondadori appare segnata a causa del debito fuori controllo, è sulla gestione dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane che potrebbero profilarsi alleanze davvero impensabili. La sortita polemica e pubblica del socio Urbano Cairo (“Quei manager bruciano cassa e vendono gioielli per tappare i buchi”) per forza di cose è stata contrapposta al giudizio di John Elkann che aveva appena definito “ottimale” la gestione Rcs per stoppare in anticipo ogni ipotesi di sostituzione di Scott Jovane.
Un segnale quello di Cairo che secondo la ricostruzione di Marcello Zacché su Repubblica potrebbe preludere al riavvicinamento dei nemici storici Diego Della Valle e Giovanni Bazoli, la cui inimicizia palese è arrivata alle carte bollate.
Per formare il prossimo consiglio di Rcs, quello che dovrà anche decidere il futuro direttore del Corriere della Sera, potrebbe nascere un’inedita lista sostenuta dal presidente di Intesa, Giovanni Bazoli, Diego Della Valle, Urbano Cairo e con gli eredi Rotelli. Uno schieramento forte del 18% del capitale, pronto ad aggregare altri soci, su cui si è cominciato a ragionare in contrapposizione all’attuale primo azionista di Rcs, la Fiat con il 16%. Sarebbe un’iniziativa clamorosa, perché ostile al socio principale.
Che può continuare a contare però su Mediobanca, che ha il 6,2%, e che è disponibile ad appoggiare solo una lista unitaria presentata dal socio di maggioranza. Viceversa, in caso di guerre intestine, si tirerebbe fuori perché destinata a uscire dal capitale. […]
L’idea potrebbe anche essere una forma di pressione per portare Fiat a rivedere certe sue intransigenze, così da poter convergere su una lista unitaria, sicuramente preferita da tutti, compresi Pirelli e UnipolSai. In quel caso Cairo si sfilerebbe per presentare una lista di minoranza. Insomma, situazione fluida a 15 giorni dalla scadenza-liste del 29 marzo. (Marcello Zacché, La Repubblica)