ROMA – Il consiglio di amministrazione di Rcs MediaGroup dopo cinque ore e mezza di riunione, preceduta da un comitato rischi durato a sua volta un paio d’ore, ha deciso di aggiornasi a venerdì 6 marzo, ha fatto sapere, “per completare l’esame dei punti all’ordine del giorno”. In cima alla lista l’Opas di Mondadori per rilevare la Rcs Libri. Il board del gruppo editoriale era chiamato a fare il punto sul processo di dismissioni in atto, con anche una valutazione sulle strategie.
Dal Cda doveva infatti emergere un orientamento in particolare quanto a Rcs Libri, ritenuta strategica nel piano dell’azienda, ma oggetto di una manifestazione di interesse non vincolante di Mondadori.
Secondo il Sole 24 Ore le perplessità maggiori sono dunque quelle degli azionisti come Cairo (3,66%), Della Valle (7,3%) e gli eredi Rotelli (3,37%). Secondo Repubblica tra gli scettici anche soci come Pirelli che detiene il 4,4% del capitale, Intesa Sanpaolo con il 4,2% (il cui ad Messina si era mostrato piuttosto favorevole all’operazione guardando considerando l’esposizione creditizia nei confronti di Rcs).
Al consiglio, dove solo la famiglia Rotelli è rappresentata direttamente, sarebbe stata fatta un’analisi approfondita della situazione, senza però arrivare ancora ad alcuna votazione. L’appuntamento del Cda si preannunciava molto lungo già all’ingresso e l’attesa era che dessero battaglia in particolare i consiglieri Piergaetano Marchetti e Attilio Guarneri, espressione quest’ultimo della famiglia Rotelli come azionista di minoranza.
Alla riunione era assente solo Roland Berger. Sul Sole 24 Ore di oggi Antonella Olivieri spiega anche nei dettagli finanziari come le perplessità dei soci critici abbiano fatto breccia nel cda mettendo in bilico la cessione di Rcs.
In sostanza, la posizione dei critici è focalizzata sul metodo. Anzitutto la cessione dei Libri non era contemplata nel piano industriale che è stato (a fatica) approvato dal board nel 2013. Fino a metà novembre, quano sono stati diffusi i dati dei primi nove mesi, non sono stati segnalati allarmi particolari sul rispetto del piano, se non sulla tempistica di rientro del debito, con la redifinizione del covenant con le banche dai 470 milioni di indebitamento netto previsto a fine 2014 a meno di 530 milioni.
La verità, dicono i critici, è che il gruppo continua a bruciare cassa e che l’offerta sui Libri è stata “sollecitata” per evitare di sforare i covenant sui prestiti senza informarne preventivamente il consiglio e senza avviare, nel caso si fosse deciso che non c’erano alternative, una procedura trasparente di asta per la ricerca di un compratore a livello nazionale o internazionale. Secondo alcune indicazioni, il management avrebbe comunque sondato il mercato, ma nessuno, se non Mondadori sarebbe stata interessare a rilevare l’intera attività e non solo pezzi della stessa. (Antonella Olivieri, Sole 24 Ore)
Se Rcs decidesse di rivedere le strategie sulla Libri per avviare una trattativa con Mondadori, con ogni probabilità ci vorrebbero comunque delle settimane per realizzare la ‘due diligence’, l’analisi dei conti della società. L’attuale consiglio è in scadenza con l’assemblea del 23 aprile e ogni decisione definitiva dovrebbe venir presa dunque dal nuovo Cda che verrà eletto in quella occasione. Rcs Libri dovrebbe valere tra i 120 e i 150 milioni di euro. Tra le attività del gruppo in vendita, poi, la più importante sembra essere la partecipazione nelle radio, con il 44,5% di Finelco (Virgin Radio, R101 e Radio Montecarlo), su cui era circolata voce nei giorni scorsi di una stretta imminente.