ROMA – Recordati. Ricavi 2014 oltre il miliardo (+26%). Alberto Nosari report. C’è Recordati, multinazionale del farmaco, all’esame della Lettera all’Investitore di questa settimana (leggi qui), il report online di Alberto Nosari, bilancio 2013 e prospetti per il 2014. Recordati negli ultimi due anni ha innestato il turbo con una sovra-performance borsistica da primato sostenuta da tassi di crescita a doppia cifra nei ricavi e margini reddituali in progresso. Un trend, quello di ricavi e margini, che dovrebbe proseguire anche nel prossimo biennio creando le condizioni per un’ulteriore crescita delle quotazioni, scenario macro permettendo.
Il fatturato 2014 di Recordati è infatti atteso oltre il miliardo, con Ebitda margin in progresso al 26% per poi salire al 27% nel 2015, quando il fatturato dovrebbe aver varcato 1,1 miliardi. Più in particolare l’esercizio in corso dovrebbe chiudersi con un risultato operativo in progresso del 13% a oltre 220 milioni, Ros in crescita di quasi due punti al 22% e utile netto superiore ai 150 milioni (+13%) creando le condizioni per un dividendo potenziale a quota 75 milioni.
Il tutto in presenza di ricavi attesi al di sopra del miliardo e quindi con una crescita del 6% grazie all’apporto delle due acquisizioni realizzate nel corso del 2013 (CasenFleet in Spagna e OpaliaPharma in Tunisia con ricavi stimati nell’ordine dei 65 milioni) e pur scontando il venir meno di un’analoga dimensione di ricavi, 65 milioni, in quanto non sono stati rinnovati i contratti di commercializzazione di Entact in Italia e Adagen in Europa. Positive anche le proiezioni al 2015, che si delinea in ulteriore espansione e con margini in miglioramento nel rispetto del trend che dovrebbe contraddistinguere il 2014 come sopra descritto.
Il fatturato, salvo eventi non ricorrenti a oggi non prevedibili, dovrebbe infatti varcare la soglia di 1,1 miliardi con una crescita a doppia cifra poiché l’aumento organico è stimato stabile e nell’ordine del 3% a cambi invariati, mentre le acquisizioni dovrebbero apportare in contributo stimabile in oltre il 7 per cento per collocare l’asticella della crescita alla doppia cifra. Progressi a cui dovrebbe dare un contributo non marginale lo sviluppo atteso nell’ambito della cura per le malattie rare, il cui mercato è globale e ove Recordati vuole crescere sino a collocare il peso dell’area al 20% dei ricavi complessivi rispetto all’11% atteso nel 2014.
In crescita anche la redditività, che nel 2015 dovrebbero tendere al 23% per il Ros e spingersi sino al 27% per l’Ebitda margin, sempre a cambi invariati e salvo eventi straordinari a oggi non ipotizzabili. Il tutto, quindi, merito anche la capacità di esecuzione di quella strategia di sviluppo per linee esogene messa a punto dallo staff che affianca il Ceo Giovanni Recordati alla guida dell’omonimo gruppo come emerge dalle parole dello stesso capo azienda, che al riguardo ribadisce: “continueremo anche per il prossimo futuro a perseguire quelle strategie di crescita che ci hanno permesso di rafforzare progressivamente il ruolo nei Paesi di più ‘antica’ espansione e sviluppare sempre più la nostra presenza nelle aree a maggior potenziale di sviluppo, rafforzando ulteriormente quella diversificazione geografica che ci ha permesso di ridurre il peso dell’Italia al di sotto del 25 per cento”.
Più in particolare, ricorda Recordati,”la crescita internazionale si è coniugata con il focus sui Paesi a più alto potenziale di sviluppo e cioè gli emergenti dell’Est Europa, della Russia e della CIS, oltreché del Nord Africa e della Turchia, ma senza trascurare gli Usa, che restano il più grande mercato mondiale anche per la cura delle malattie rare, ove recentemente abbiamo rafforzato la presenza con l’acquisizione di un portafoglio di prodotti per il trattamento di malattie rare e altre patologie dalla Lundbeck”.
Diversificazione perseguita anche sul versante del portafoglio prodotti in quanto, come sottolinea il Ceo di Recordati, “la politica di acquisizioni mirate, come quella sopra indicata, ci ha permesso di raggiungere un portafoglio decisamente più equilibrato del passato, con il 75% dei ricavi originato da prodotti di proprietà, tanto che solo il comparto OTC ha un ‘peso’ poco al di sopra del 16% mentre il resto dei ricavi è ripartito fra una pluralità di farmaci”.