ROMA – Tra il 20 e il 25 aprile l’Inps comincerà a caricare la card dei beneficiari con i primi accrediti del reddito di cittadinanza. Sulle 640mila domande esaminate, una su quattro è stata respinta. Sono le novità operative dell’atteso sussidio di cui ci informa il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, un presidente “amico” della maggioranza di governo (il predecessore Boeri era stato ripetutamente invitato “a candidarsi alle elezioni” quale risposta standard ai suoi numerosi rilievi e attacchi). Con una punta di malizia politica, il quotidiano Il Giornale riferisce le parole di Tridico leggendo nello sforzo a far presto dell’Inps, un “assist” al governo in vista dell’appuntamento elettorale delle europee.
L’intervista a Tridico (Inps): “Una domanda su quattro respinta”. “Al 12 aprile sono state elaborate circa 640 mila domande, tutte lavorate nella direzione centrale: una grande performance. Il tasso di accoglimento è del 75%. Quindi sono già 480 mila le carte del Reddito di cittadinanza che verranno caricate tra il 20 e il 25 aprile e distribuite alle Poste, alle quali si sommeranno le altre carte che risulteranno dalle quasi 200 mila domande che esamineremo in questi giorni”. Lo fa sapere in un’intervista al Corriere della Sera Pasquale Tridico, designato alla presidenza dell’Inps, istituto che definisce “la faccia buona del Paese” e già al lavoro.
In media 520 euro a famiglia. Sull’importo medio dell’assegno spiega: “Finora 520 euro per famiglia, con un massimo di 1.380 euro mensili. Considerando che le risorse per il Rdc sono molto superiori al poverty gap stimato in 4,9 miliardi e che l’assegno contribuirà a ridurre l’indice di disuguaglianza, lo considero un grande risultato”.
Sulla possibilità che il Reddito di cittadinanza vada a 1.250.000 famiglie come previsto, Tridico osserva: “L’obiettivo è raggiungibile. Solo nei primi venti giorni sono state presentate il 64% delle domande previste”.
Il nodo navigator. Sul ritardo delle misure di collocamento come Anpal e navigator, aggiunge: “L’Inps gestisce la parte erogazione del Rdc. Da studioso dico che esso andrà valutato per quante persone sottrarrà alla povertà e non solo per quante ne collocherà al lavoro. Il primo obiettivo è propedeutico al secondo”. Sulle ipotesi di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario, afferma: “Non è il presidente Inps a dettare l’agenda politica. In Germania si è scelta una strada sperimentale”. (fonte Ansa)