Reddito di cittadinanza, richieste primo giorno: 35mila alle Poste, 9mila online. Ma nei Caf è sold out

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 7 Marzo 2019 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA
Reddito di cittadinanza, richieste primo giorno 6 marzo: 35mila alle Poste, 9mila online. Ma nei Caf è sold out

Reddito di cittadinanza, richieste primo giorno: 35mila alle Poste, 9mila online. Ma nei Caf è sold out (foto Ansa)

ROMA – Reddito di cittadinanza: 35.653 richieste negli uffici postali (fonte Poste Italiane) e 8.492 richieste online (fonte Ministero del Lavoro). Il 6 marzo, primo giorno in cui era possibile fare richiesta per il sussidio bandiera del Movimento 5 Stelle, si è chiuso senza il temuto assalto ai forni e con un totale di 44.125 domande.

Le prime tre regioni per numero di richieste sono la Campania (prevedibile), la Lombardia (meno prevedibile) e la Sicilia (prevedibile) rispettivamente con 5.770, 5.751, 5.328. Sicilia e Campania sono due delle regioni in cui M5s ha fatto incetta di voti alle ultime politiche (probabilmente anche sulla scia della promessa del reddito), mentre sorprende il dato della Lombardia, anche se si tratta di una regione numericamente molto popolosa. Il Ministero del Lavoro indica anche che “ancora non è quantificabile il numero delle domande pervenute ai circa 30.000 Centri di assistenza fiscale”.

In totale, scrive l’Ansa, stiamo parlando di una “marea” di almeno centomila persone, tra chi è riuscito a presentare subito la domanda – circa 50mila quelli calcolati per certi dai primi dati di Caf, Poste e web – e chi ha intasato i centralini per avere un appuntamento nei prossimi giorni.

Ai Caf è già tutto pieno fino a fine aprile, fa sapere ad esempio la Cgil del Friuli, mentre ai centri di assistenza fiscale della Cisl sono stati messi in calendario 14mila appuntamenti solo oggi e sono state lavorate 3.500 domande, un migliaio nella sola Sicilia. Ma la Cisl è solo uno dei cinque grandi gruppi che riuniscono i Centri di Assistenza Fiscale. In totale una realtà che conta su 30.000 uffici.

I potenziali beneficiari si sono presentati già di buon mattino in tutta Italia, da Torino (con già 1.300 prenotati alla sola Cisl) a Siracusa, e “un numero importante di richieste a Milano”, in particolare in periferia. Sempre dal capoluogo lombardo potrebbero partire anche i primi ricorsi contro i requisiti per gli stranieri, considerati “incostituzionali”, come ha spiegato Alberto Guariso dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).

I paletti per delimitare il più possibile il reddito ‘agli italiani’, peraltro, sono stati già inaspriti nel passaggio del decretone al Senato, che ancora deve concludere l’iter alla Camera. Solo a fine marzo quindi saranno aggiornati anche i moduli per fare la richiesta e si potrà tenere conto dei nuovi criteri. Nel frattempo l’Inps inizierà il vaglio delle domande e sarà da vedere quanti saranno i ‘fortunati’ che già prima di Pasqua riceveranno la card con il nuovo sussidio. L’erogazione del beneficio, ha assicurato l’istituto di previdenza, avverrà nei tempi previsti, quindi già dalla fine di aprile le somme saranno accreditate. L’ok o il “ko” sarà comunicato agli interessati (e anticipato via sms o mail) a partire dal 15 aprile e le card saranno attivate dal 19 aprile.

La distribuzione del nuovo sussidio, assicura il ‘commissario designato’ Pasquale Tridico, sarà “omogenea”, poco più della metà nel Mezzogiorno: solo al 5% dei beneficiari però, calcola l’Upb, arriverà il reddito pieno, più di 6mila euro l’anno. A un quarto della platea, invece, arriveranno all’incirca 80 euro al mese, meno di 1.000 euro l’anno. C’è peraltro un “rischio enorme”, paventa la Cei, “di aumentare forme di cittadinanza non solo passiva ma anche parassitaria”, visto che il beneficio è comunque simile alla retribuzione, e può spingere alla rinuncia a cercare il lavoro.