HELSINKI – Ottocento euro per tutti, reddito minimo garantito per tutti i maggiorenni. Non è il nuovo slogan del Movimento 5 Stelle, ma una proposta di legge avanzata in Finlandia per combattere disoccupazione e il crollo del Pil, inesorabile da sei anni a questa parte.
Spiega Repubblica che questo reddito minimo sarebbe
per tutti ed esentasse, in sostituzione del cumulo di contributi, deduzioni e agevolazioni che attualmente sono in vigore.
Sempre Repubblica aggiunge:
Il primo ministro Juha Sipila ha già espresso il suo supporto all’idea, riconoscendolo come un mezzo “per semplificare il sistema di welfare”. Secondo quanto aveva ricostruito Bloomberg, si andrebbe incontro a una prima fase pilota con un assegno da 550 euro, per poi passare al pieno sviluppo del piano. Il disegno completo è atteso soltanto tra un anno, ma non mancano i dubbi. Come visto, infatti, la Finlandia, pur nell’enclave dei ricchi Paesi del Nord, ha una delle economie più deboli del Vecchio continente. I grandi colossi come Nokia non sono stati in grado di difendere la loro leadership e ora la ripartenza industriale è difficile. E soprattutto, un piano del genere costerebbe oltre 52 miliardi all’anno, mentre il governo ha in programma entrate per 49,1 miliardi nel 2016.
Alessandra Caparello su Wall Street Italia spiega invece che:
La Finlandia è diventato il paese meno produttivo e meno efficiente sul fronte del costo del lavoro e della produttività della zona euro, eccezion fatta solo per la Grecia, tanto da meritarsi l’appellativo di Grecia del Gran Nord o Grecia di lusso. Il Pil della Finlandia è del 6% inferiore rispetto ai livelli del 2008, mentre la disoccupazione si aggira intorno al 10%.