Reddito minimo sparito: “Pubblicità ingannevole inaccettabile”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2013 - 13:02| Aggiornato il 29 Novembre 2013 OLTRE 6 MESI FA
Reddito minimo sparito: "Pubblicità ingannevole inaccettabile"

Reddito minimo sparito: “Pubblicità ingannevole inaccettabile”

ROMA – Reddito minimo sparito: “Pubblicità ingannevole inaccettabile”. Non si scherza sui nomi né si promettono sussidi invano a persone che versano in condizioni di estrema indigenza. “Reddito minimo”, per esempio, si può dire? Lo stanziamento del Governo di 120 milioni in tre anni è stato così definito dal viceministro all’Economia Stefano Fassina, che ha giusto depotenziato un po’ la locuzione aggiungendoci “sperimentale”. Sel, per esempio, da sinistra non ci sta e accusa il Governo di “pubblicità ingannevole inaccettabile” perché “non c’è alcun reddito minimo garantito, ma solamente una misera estensione della Social card”.

In effetti la dizione precisa è Sia, ennesimo acronimo che indica il sostegno per l’inclusione attiva. Invita a distinguere anche il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, preoccupato invece che il sostegno non venga confuso con il reddito minimo, un mero “trasferimento monetario” che integra la differenza tra i redditi insufficienti e un livello minimo di dignità economica. Sia, insiste il ministro, è una misura che impone “un impegno da parte del beneficiario a cercare un lavoro, a mandare i figli minori a scuola e alle visite mediche”. Insomma non si dà niente per niente e la somma eventualmente versata serve da incentivo per uscire attivamente dalla condizione di povertà. Già, ma quanti sono i poveri raggiungibili dal sostegno (stante l’attuale esiguità delle risorse stanziate)?

“Questo ci consentirà di allargare la platea a 400 mila poveri nel 2014, ovvero 160-170 mila in più del previsto”, è convinta Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro Pd, che possiamo considerare la madre del provvedimento. Insiste anche lei sul rapporto attivo tra erogatore e beneficiario, ma deve ammettere che lo strumento utilizzato è proprio quello della vecchia social card oggi denominata Carta Acquisti, che  difende: “È pratica, non crea stigma e poi è legata a sconti e questo alza di fatto le risorse del 5-10%”.

Ma quanto servirebbe per portare tutti gli italiani sopra la soglia di povertà? Le stime che circolano con più autorevolezza indicano come preventivo una dotazione minima compresa fra 6 e 7 miliardi. “Un miliardo e mezzo per portare tutti i poveri al 50% della soglia di povertà”, assicura Guerra che non ha paura di enfatizzare i toni quando giura trattarsi di una “svolta epocale”. Ma non chiamatelo reddito minimo. Garantito che non è così.