ROMA – Renzi scrive alla Ue: “Serve commissario audace”. La bozza del programma Van Rompuy. C’è un aggettivo che ricorre nello scambio di missive tra il governo italiano e la presidenza del Consiglio europeo in vista della nomina del nuovo commissario europeo: audace. Il documento del governo Renzi insiste sul rispetto degli impegni finanziari e il perseguimento delle riforme strutturali ma, si legge, “è arrivato il tempo di ripensare la strategia per rilanciare la crescita e creare lavoro”, per cui serve un Commissario europeo “audace e innovativo” per interpretare il cambiamento.
Di Herman Van Rompuy, investito del mandato di condurre le consultazioni con il Parlamento Ue per portare il popolare Juncker a Commissario, circola tra le cancellerie europee una prima bozza del programma della prossima Commissione che va nella direzione auspicata dal governo italiano, fin negli aggettivi: “Sono necessari passi audaci verso riforme strutturali e un’agenda positiva per la crescita, la competitività e il lavoro”. Sui giornali italiani si scommette sulla riuscita del metodo Renzi (prima le politiche, poi i nomi) per arrivare a un accordo sul prossimo commissario e su una maggiore flessibilità nel rigore quando gli investimenti siano destinati a crescita ed occupazione e quando i vincoli di bilancio non rappresentino una ulteriore minaccia alle possibilità di crescita. Se fai le riforme, se devi investire per realizzarle, sarai premiato con un allentamento delle redini da parte dell’Europa.
Il popolare Juncker Commissario, il socialista Martin Schultz all’Europarlamento, grazie all’intesa franco-tedesca e alla mediazione italiana, sarebbe l’esito di un compromesso europeo sulle priorità di crescita e lavoro che da solo garantisce sulla scelta dei nomi. Cui anche l’Italia, in procinto di guidare da luglio il semestre europeo, è interessata: c’è già un italiano, Mario Draghi, in cabina di regia dalla Bce, ci si accontenterà di un commissario di peso, magari il ministro degli esteri dell’Europa.