Retribuzioni ai giornalisti precari: ddl in commissione alla Camera

Pubblicato il 27 Marzo 2012 - 16:09 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si’ dell’Aula della Camera all’assegnazione in sede legislativa alla commissione Cultura di Montecitorio della proposta di legge ”Norme per promuovere l’equita’ retributiva nel lavoro giornalistico”. Un incontro al ministero del Lavoro, con i rappresentanti degli altri ministeri interessati e del Dipartimento editoria, per ”fare il punto sulla situazione occupazionale dell’editoria”. E’ quanto si e’ impegnato a chiedere oggi, in conclusione della sua audizione in commissione Cultura, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Peluffo.

Peluffo era stato sollecitato da una domanda di Giuseppe Giulietti (portavoce di Articolo 21) riguardo alle ricadute per la stampa delle modifiche all’articolo 18. ”La situazione occupazionale dell’editoria – ha precisato il sottosegretario lasciando Montecitorio – merita un approfondimento fra ministero del Lavoro, Dipartimento editoria e tutti coloro che sono interessati al mondo dell’editoria, ovvero ministeri dei Beni culturali, Sviluppo economico e Istruzione”.

Di qui l’impegno a chiedere l’incontro al ministero del Lavoro: ”Dobbiamo fare una ricognizione della situazione occupazionale del settore, cosa che merita sicuramente, visti anche i dati di vendita dei giornali”, ha ribadito.  Da Peluffo, ha riferito poi Giulietti, ”anche un impegno a coordinare i vari provvedimenti dispersi su ordine dei giornalisti e precariato”.

Subito un provvedimento ponte con norme transitorie, dopodiche’ per gli anni a partire dal 2014, una legge delega. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Paolo Peluffo spiega cosi’, rispondendo alle domande dei parlamentari della commissione cultura, i tempi dell’intervento di legge in materia: ”entro aprile – precisa- presentero’ al governo delle ipotesi di intervento: la prima per la ridefinizione dei termini per l’erogazione dei contributi diretti sulla base delle linee che ho esposto in commissione, la seconda per ”immaginare un percorso da condividere con il Parlamento per la ridefinizione di uno strumento di sostegno che possa durare nel tempo e che quindi corrisponda ai bisogni profondi della societa”.

L’intervento, ha ribadito il sottosegretario, ”dovra’ andare nel senso di un miglioramento dello strumento, sia in senso di maggiore trasparenza con minor rischio di comportamenti industriali e commerciali inappropriati e quindi alla fine lesivi dell’interesse pubblico, e sia di una spinta alle aziende ad assumere comportamenti che le rendano in grado di affrontare il mercato,  che e’ in una evoluzione spaventosamente accelerata”.

Per il secondo intervento, quello che dovra’ regolare la situazione a partire dal 2014, ha proseguito, ”Ho detto che avra’ le caratteristiche di una legge delega, perche’ noi non possiamo, su questioni che il mercato non sa come andranno a finire, impostare norme troppo rigide. Sarebbero norme che dovremmo rifare ogni due anni”.