Riassetto Rcs, i giornalisti: “Non vendete via Solferino”

Pubblicato il 13 Giugno 2011 - 18:37 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Lunedì 20 l’operazione di sempificazione della Rcs verrà sottoposta all’approvazione dei soci. Significherà che le più importanti società del gruppo editoriale scompariranno per fondersi nella capogruppo. E dal ‘Corriere della Sera’, scrive ‘Il Fatto Quotidiano’, si alza un urlo disperato: “Non vendete via Solferino”. Perché, scrive ‘Il Fatto’, la possibilità che la storia sede del quotidiano venga venduta è più che reale. L’appello però, scrive sempre ‘Il Fatto’, non avrebbe smosso i soci dalla loro posizione.

Nell’0perazione di riassetto, infatti, sono contemplate la società Quotidiani, cui appunto fa direttamente capo il Corriere e il cui cda è di fatto una duplicazione del patto di sindacato che controlla l’intero gruppo. E poi la società Periodici, da tempo in odore di cessione.

Si legge sul ‘Fatto Quotidiano’: «E così ieri, giorno della riunione dei pattisti che controllano oltre il 60 per cento di Rcs chiamati a dire la loro sul riassetto, i giornalisti del Corriere hanno lanciato attraverso il quotidiano un altolà ai soci sulla vendita della sede storica di via Solferino e, soprattutto, un richiamo al “mantenimento di una forte, unica e inequivocabile identità del giornale e dei suoi redattori”, in quanto sola garanzia della “qualità e indipendenza della testata, e di conseguenza della sua redditività”. Tanto più che l’ultima trimestrale di Rcs “testimonia come l’area Quotidiani Italia continui ad essere l’unica ad avere un segno positivo su ricavi e utili”. Invece una fusione “renderà i conti del Corriere sempre più indistinguibili dalle altre iniziative editoriali del gruppo, tutte in perdita”».

Si legge ancora, sulla vendita della sede del ‘C0rriere della Sera’: «L’operazione più volte ventilata negli ultimi mesi non è certo una novità per la Rcs, dato che l’immobile negli anni è più volte passato di mano ed è rientrato nel pieno possesso del gruppo soltanto nel 2003, dopo il riacquisto da Pirelli & C. Real Estate – Morgan Stanley Real Estate Funds, che ne avevano comprato una quota sotto la gestione di Cesare Romiti. Altri tempi, però, oggi è difficile che uno dei soci si possa fare avanti per rilevare l’immobile a prezzi interessanti senza rivenderlo a sua volta e il gioiello di famiglia sarebbe perso per sempre».