Riciclaggio, il 2 novembre la prima udienza per Scaglia, Mokbel e Mazzitelli

Silvio Scaglia

E’ stata fissata per il 2 novembre prossimo la prima udienza del processo che vede imputati l’ imprenditore Gennaro Mokbel, l’ex presidente di Fastweb Silvio Scaglia, l’ex amministratore delegato di Telecom Italia Sparkle Stefano Mazzitelli ed altre 33 persone.

Il gip Maria Luisa Paolicelli ha accolto la richiesta di giudizio immediato formulata nei giorni scorsi dai pm titolari dell’inchiesta su un presunto maxiriciclaggio di due miliardi di euro. Il gip ha respinto la richiesta di giudizio immediato per l’ex manager di Tis Antonio Catanzariti, perché lo scorso 1 agosto è venuta meno, per scadenza dei termini, la misura cautelare emessa nei suoi confronti in relazione all’elusione fiscale, restando così solo quella relativa all’associazione per delinquere: in base alla legge, in questo caso, venendo meno la misura cautelare per il reato a cui è finalizzata l’associazione a delinquere, si deve procedere col rito ordinario.

Sul banco degli imputati, il 2 novembre, ci sarà anche Giorgia Ricci, moglie di Mokbel. Associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata finalizzata al riciclaggio all’intestazione fittizia di beni, evasione fiscale, reinvestimento di proventi illeciti e delitti contro la pubblica amministrazione sono i reati contestati a seconda delle posizioni processuali. Oltre a Scaglia, i destinatari della richiesta di giudizio immediato per evasione fiscale sono gli ex vertici di Fastweb e di Telecom Italia Sparkle in carica tra il 2003 e il 2007.

”Pur con tutte le riserve sull’ adozione del rito immediato, riteniamo positivo che si possa andare subito a processo, anche perché, finalmente, sarà possibile consultare tutta la documentazione raccolta dagli inquirenti”: questo il commento di Piermaria Corso e Antonio Fiorella, legali di Silvio Scaglia.

”Scaglia è innocente – affermano gli avvocati – e i capi di imputazione formulati a suo carico (associazione per delinquere finalizzata a frode fiscale e frode fiscale) sono del tutto inappropriati in quanto non giustificati da nessuna prova. Il dibattimento di fronte al Tribunale darà finalmente modo di dimostrare la sua totale estraneità al meccanismo di frode creato alle sue spalle e a quelle della società”.

I legali affermano poi che ”per quanto attiene il tema della libertà personale continueremo a lottare in tutte le sedi appropriate per dimostrare che non esiste nessuno dei tre motivi per i quali l’ingegner Scaglia debba subire uno stato di custodia cautelare: non può fuggire, non sarebbe rientrato, non può inquinare prove già datate, non può reiterare il presunto reato in quanto non ha più né cariche né interessi in Fastweb”.

Corso e Fiorella spiegano, infine, che il manager ”ha il diritto di potersi presentare in Tribunale da uomo libero e non si capisce perché debba continuare ad oltranza questo stato di privazione delle libertà fondamentali”.

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