Una lunga serie di incentivi finalizzati allo sviluppo digitale e verde: ci guadagna chi si applica davvero a ridurre i consumi energetici.
Ridurre i consumi per migliorare l’efficienza produttiva. All’apparenza, almeno per la logica dominante del consumismo, potrebbe suonare come un controsenso. Eppure eliminare gli sprechi e investire sulle rinnovabili concede a un miglioramento effettivo della capacità di produzione: è una strategia vincente già sperimentata da molte aziende internazionali. Ed è tempo di aggiornarsi anche in Italia. Per questo stanno arrivando dei grossi investimenti. Sono gli incentivi promossi del piano Transizione 5.0.
Si parla innanzitutto di un investimento di circa 6 miliardi di euro. Soldi che saranno utilizzati per fornire credito d’imposta del 35% delle spese per aziende che si aggiornano raggiungendo la prima classe energetica, del 40% per la seconda classe energetica, e del 45% per la terza. Sono poi previste maggiorazioni del 40% sugli impianti fotovoltaici.
Il piano Transizione 5.0 è stato ideato e organizzato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si tratta di uno dei progetti più importanti del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che mira, tra le altre cose, a sostenere la trasformazione digitale ed energetica delle imprese italiane.
Piano Transizione 5.0: a chi vanno i soldi?
Grazie al piano, le imprese che si impegneranno a ridurre i loro consumi potranno beneficiare di crediti d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, robotica avanzata e sistemi di gestione energetica. Ma anche per beni strumentali materiali e immateriali (quindi sono inclusi software e sistemi IT). Tutti strumenti utili a migliorare la sostenibilità e l’efficienza del settore manifatturiero. Il piano prevede poi detrazioni fiscali per nuovi investimenti realizzati nel 2024 e 2025 presso le strutture produttive del territorio nazionale.
Gli incentivi arriveranno poi per l’acquisto di macchinari appartenenti alla categoria di industria 4.0, di software per il monitoraggio dei consumi e apparecchi e componenti utili per sfruttare le fonti energetiche rinnovabili. Altri soldi sono previsti per il supporto per la formazione del personale. Una strategia importante per garantire che le competenze dei lavoratori siano allineate con le nuove tecnologie e i nuovi processi.
Le aziende che mirano agli incentivi possono prenotare gli aiuti utilizzando la piattaforma Transizione 5.0, attraverso l’Area Clienti del sito GSE, che gestisce tutte le attività di monitoraggio e gestione dei fondi e delle assegnazioni. Ci sono ovviamente vari aspetti tecnici da risparmiare. Gli incentivi e gli sconti fiscali arrivano in base al calcolo dell’effettivo risparmio energetico. Per questo sono coinvolti dei tecnici e bisogna prestare massima attenzione alla certificazione tecnica e alla perizia asseverata.
Come ottenere gli incentivi previsti per chi si impegna a ridurre i consumi energetici
Il risparmio energetico si calcola confrontando i consumi stimati conseguibili tramite gli investimenti con quelli registrati nell’anno precedente (ovviamente riferiti alla struttura produttiva o al processo interessato). E se non è possibile recuperare dei dati energetici oggettivi (se non ci sono registrazioni) si procede effettuando una stima basata sull’analisi dei carichi. Il Decreto attuativo specifica che il risparmio deve essere almeno del 3% per l’intera struttura produttiva o del 5% per singoli processi produttivi. Il piano è stato istituito con il decreto legge n. 19 del 2 marzo 2024 (il Decreto PNRR quater), ma le modalità attuative sono state definite solo di recente, con il decreto del 24 luglio 2024.
E qui intervengono i tecnici, che svolgono quindi un ruolo cruciale nel processo di transizione energetica in quanto responsabili delle analisi dettagliate dei consumi energetici e dell’identificazione delle aree critiche (il dove migliorare). Il tecnico deve anche progettare delle soluzioni tecniche per migliorare l’efficienza energetica e supervisionare la loro implementazione. Poi ha anche il compito di redigere le certificazioni tecniche e le perizie asseverate che attestano il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico.
La certificazione tecnica e la perizia asseverata devono contenere innanzitutto la descrizione degli interventi i dati (con prima e dopo) sui consumi reali o stimati e poi la quantificazione del risparmio energetico ottenuto. Il tutto apponendo una dichiarazione di conformità alla normative vigente e agli standard richiesti.
Dove pescare questi tecnici? Per il decreto i tecnici abilitati a certificare il risparmio energetico sono ingegneri iscritti alle sezioni A e B dell’albo, periti industriali specializzata in efficienza energetica e impiantistica e automatizione, esperti di EGE (esperti in gestione dell’energia) accreditati ed ESCo (Energy service company) a norma.