Riforma del lavoro, Pd: "Abolire indennità di mobilità? Non convince"

ROMA – ''La bozza del documento del governo sul mercato del lavoro – afferma Cesare Damiano – assume due contenuti convincenti: il primo e' quello relativo alla universalizzazione delle tutele, che devono riguardare qualsiasi dimensione di impresa, settore produttivo e lavoro stabile e flessibile.

Si tratta di una riforma di cui il Paese ha bisogno se si vuole superare il dualismo del mercato del lavoro. Il secondo contenuto positivo – prosegue il capogruppo Pd in commissione Lavoro – e' quello che si prefigge l'obiettivo di far costare meno il lavoro stabile e di scoraggiare l'utilizzo opportunistico delle svariate forme di flessibilita' in entrata esistenti. Questo problema ha causato eccessive penalizzazioni, sia retributive che di qualita' delle prestazioni, a carico delle giovani generazioni''.

''Non ci convince invece – continua Damiano – l'idea di abolire l'indennita' di mobilita': non vorremmo che, alla fine dei conti, il risultato prodotto dai nuovi ammortizzatori fosse quello di una protezione di durata e di copertura inferiori alla situazione attuale''. ''Infine, per quanto riguarda le piccole imprese – conclude l'esponente democratico – e' giusto prevedere anche per loro l'estensione degli ammortizzatori sociali, considerando pero' nei costi da sostenere gli attuali interventi di tutela previsti dagli enti bilaterali e le risorse versate annualmente in piu' all'Inail, per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, e per l'indennita' di malattia' ''.

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