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Riforma del lavoro: da contratti all’art.18, ecco le ipotesi sul tavolo

di luiss_vcontursi |20 Dicembre 2011 20:42

ROMA – Dopo le pensioni ora dovrebbe toccare a lavoro e ammortizzatori sociali. Campi regolati dalle parti sociali sui cui, pero', il governo vuole presentare le sue ''analisi'' e, come ha spiegato nel fine settimana il ministro del Welfare Elsa Fornero al 'Corriere della Sera', ''spingerle non a ridurre i salari, ma a riflettere sulla necessita' di avvicinarli il piu' possibile alla produttivita'''.

Ecco che rientrano in gioco anche l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la flessibilita' e l'intervento sui contratti di lavoro per razionalizzare il campo e mettere a punto un'unica formula per i neoassunti. Di seguito i possibili terreni d'azioni del governo e per ciascuno le ipotesi di eventuali riforme.

– SALARI: Per accrescere le buste paga degli italiani si potrebbe intervenire sul cuneo fiscale, ovvero la differenza tra la cifra sborsata dall'azienda per le retribuzioni e quello che realmente finisce nelle tasche dei lavoratori. Un gap che secondo gli ultimi dati dell'Ocse, riferiti al 2010, e' pari al 46,9%, ponendo l'Italia tra i Paesi in cui l'onere fiscale sui salari e' tra i piu' alti. La soluzione starebbe, quindi, nella riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente. L'operazione, pero', esige risorse consistenti. Ecco che piu' probabilmente l'azione del governo si limitera' a un'agevolazione sui contratti di secondo livello e quindi sugli aumenti salariali legati alla produttivita'.

– CONTRATTI: Fornero ritiene opportuno arrivare a un contratto ''vero'', ''non precario'' e ''unico'' che permetta ai giovani di entrare nel mondo del lavoro con delle certezze e delle garanzie maggiori. E anche in questo caso si riaffaccerebbe la questione sui livelli salariali. Per il ministro il nuovo contratto, infatti, dovrebbe ''riconoscere che sei all'inizio della vita lavorativa e quindi hai bisogno di formazione'', ''parti con una retribuzione bassa che poi salira' in relazione alla produttivita''.

– ARTICOLO 18: Di certo per la Fornero ''non ci sono totem'', ''terreni inesplorati'' e, quindi, la discussione puo' essere aperta anche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Passando alle ipotesi, il concetto sarebbe quello di riequilibrare la flessibilita': da una parte razionalizzando e 'irrigidendo' le forme di accesso al lavoro e dall'altra sbloccando un po' l'uscita. L'obiettivo e' quello di porre fine a un dualismo che da' sicurezza solo a chi gia' si trova dentro e priva di ogni garanzia chi sta fuori. Fornero d'altra parte ha spiegato che servirebbero nuovi rapporti di lavoro che non tutelino ''piu' al 100% il solito segmento iperprotetto''.

– AMMORTIZZATORI SOCIALI: L'intervento sugli ammortizzatori sociali appare urgente, si tratta di un sistema che ha finora retto e ha permesso di tamponare la perdita di posti di lavoro, offrendo dei solidi cuscinetti (dalla cig alla mobilita') a chi ha goduto di contratti 'blindati'. Ma l'aumento dell'eta' pensionabile, le crisi aziendali, la precarieta' pongono la necessita' di trovare strumenti che garantiscano una minima continuita' di reddito anche per chi viene licenziato, per chi passa da un contratto a termine ad un altro. La strada da percorrere sarebbe quella di arrivare anche in Italia a un vero sistema di sussidi alla disoccupazione, sull'esempio, magari, di quello che avviene in altri Paesi europei, come la Germania.

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