Riforma P.a: emendamenti, novità per docenti “intrappolati” e mobilità

Riforma P.a: pioggia emendamenti, novità per prof "intrappolati" e mobilità
Riforma P.a: pioggia emendamenti, novità per prof “intrappolati” e mobilità (nella foto Renzi e il ministro Madia)

ROMA – Riforma P.a: pioggia emendamenti, novità per prof “intrappolati” e mobilità. Una pioggia di emendamenti è caduta sul dl Pa, che ha totalizzato circa 1.850 proposte di modifica, tante firmate dalla maggioranza. Gli interventi riguarderebbero tutto lo spettro coperto dal decreto legge uscito dal consiglio dei ministri il mese scorso. Novità sarebbero state presentate anche per le questioni più dibattute, come la mobilità obbligatoria per i dipendenti pubblici, entro il raggio dei 50 chilometri. Il dl sarà anche l’occasione per risolvere la questione degli “insegnanti rimasti ‘intrappolati’ nella scuola”, a cui è stata negata la possibilità di andare in pensione per “un errore del governo Monti”, spiega il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd).

La messa a punto degli emendamenti è andata avanti per tutta la giornata, un lavoro intenso per arrivare pronti davanti alla commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Oggi si procederà prima con le dichiarazioni di inammissibilità, che aiuteranno a sfoltire la matassa, con l’obiettivo, fa sapere il presidente della commissione Francesco Paolo Sisto (Fi), di “iniziare a votare già domani sera”. D’altra parte martedì 22 il testo è atteso in Aula, quindi la commissione avrà un bel da fare per licenziare il testo entro i tempi. Ma Sisto manifesta tranquillità: “Gestiremo la situazione come al solito, non ci spaventa. Anche se fossero stati 3.000 ce l’avremmo fatta lo stesso”.

Per ora ci sono certezze sulle aggiunte, a cominciare dalla cosiddetta quota ’96, con il via libera al pensionamento per 4 mila dipendenti della scuola, tra insegnanti e altro personale (ci sarebbero pure le coperture). Non mancherebbero emendamenti a firma del Governo, con lo stanziamento di risorse per i prepensionamenti di giornalisti in aziende sotto stato di crisi. Alte novità toccherebbero quindi la mobilità obbligatoria, che verrebbe addolcita dalla ‘consultazione preventiva con i sindacati’.

Per Damiano si tratterebbe di un passaggio importante: “L’indicazione del raggio dei 50 chilometri è omogenea rispetto a quanto accade nel lavoro privato, ma va chiarito che il lavoratore può avvalersi del proprio rappresentante sindacale”. Secondo l’ex ministro del Lavoro bisognerebbe anche distinguere tra permessi sindacali, che non dovrebbero “essere intaccati”, o meglio non andrebbero dimezzati, e distacchi, che invece meritano “un discorso a parte”, ricadendo sulla fiscalità generale. Centinaia sono anche gli emendamenti firmati dalle opposizioni (circa 300 dal M5s e altrettanti da Fi). I Cinque Stelle puntano soprattutto a porre dei limiti alla mobilità e a rafforzare la parte sull’anticorruzione.

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