ROMA – Rimborsi ai risparmiatori coinvolti nei disastri bancari (si usa dire truffati, truffati tutti, ma così non è). E poi reddito di cittadinanza ovviamente. E poi flat tax, quella che c’è per le partite Iva e quella che dovrebbe arrivare non si sa ancora tanto bene per chi (sotto i 50 mila euro, quoziente familiare?). Sono soldi, tanti, che il governo distribuisce. Ai più poveri, a chi non ha nulla, a chi è stato messo all’angolo, a chi ne ha bisogno e non ne approfitta?
Non proprio, o meglio non del tutto. Tra i milioni di italiani che avranno soldi pubblici dal governo ci saranno certo poveri, nulla tenenti, disperati, bisognosi. Ma in tutti i provvedimenti del governo, in tutte le leggi e i dispositivi di distribuzione c’è ampio spazio per i più svelti e i più furbi. Anche a loro sarà dato, eccome se sarà dato.
Rimborsi, si rimborsano, con la foglia di fico dei limiti di reddito e di patrimonio, gli azionisti. Gli azionisti, cioè coloro che hanno comprato azioni delle banche. Azioni, per definizione investimento a rischio. Azioni, per definizione e natura scommessa finanziaria. Rimborsare gli azionisti è rimborsare una scommessa persa, concettualmente si è molto vicini al rimborso di chi ha giocato e perso alla slot. E Salvini e Di Maio, tanto per usare il lessico a loro caro, non lo fanno con i soldi loro, di tasca loro. Rimborsano gli scommettitori (in questo caso scommettitori e non investitori) con i soldi dei contribuenti.
Svelti comunque gli azionisti della banche fallite, banche su cui avevano scommesso. Con i soldi loro. Scommessa andata a male. Rimborsati con i soldi di tutti. Non male come sveltezza. Per i truffati dalle banche il governo ha stanziato e spenderà 1,5 miliardi, una fetta di questo miliardo e mezzo verrà distribuita agli svelti scommettitori che si sono ficcati, infilati, addirittura presidiano la distribuzione (vanno a Palazzo Chigi a trattrare da pari a pari con Di Maio e Conte).
Reddito cittadinanza, circa 800 mila domande. Reddito solo a chi ha poco o nulla in tasca e in banca e di proprietà. Ma chi controlla? Un po’, molto poco, controlla l’Inps. Però Inps non può controllare la condizione economica e patrimoniale del parente di chi chiede il reddito. Si potranno fare solo controlli a posteriori, dopo mesi o anni che il reddito è stato concesso e pagato. Controlli a posteriori che porterebbero a improbabili restituzioni, si stima centomila su 800 mila richiedenti, più o meno un miliardo che verrà pagato…ai più svelti e furbi. E, passata la festa, gabbato lo santo. Valli a riprendere quei soldi. Nella distribuzione chiamata reddito cittadinanza c’è ampio spazio per svelti e furbi oltre che bisognosi.
Ma il meglio per gli svelti e furbi è la flat tax sull’Iva. Funziona così: tu stai sotto i 65 mila euro di fatture nel 2018 e quindi paghi un forfait fiscale del 15 per cento. Poi nel 2019 fatturi anche un milione di euro, anche 10 milioni e sempre devi allo Stato il forfait del 15 per cento di tasse. Perché sei entrato nel regime flat tax. Quindi se sei stato svelto hai limitato la fatturazione 2018, la fai esplodere nel 2019 e ci guadagni due volte la mini tassa per partite Iva diciamo così povere. E nel 2020? Dopo aver fatturato un milione nel 2019 e pagato solo il 15 per cento che succede? Devi restituire qualcosa? No, esci dal regime forfettario e ricominci: magari ti rimetti sotto i 65 mila, basta essere svelti e astuti di fatture.
La prossima flat tax si vedrà quale spazio darà agli svelti, di sicuro ampio. Il governo non trascura e non lascia indietro nessuno, soprattutto gli svelti e astuti ad allungare la mano.