Ristoranti, bar, palestre… Per stop un mese 5 o 13 o 25mila non son spiccioli o elemosine

di Lucio Fero
Pubblicato il 28 Ottobre 2020 - 09:51 OLTRE 6 MESI FA
Codici ATECO, l'elenco delle attività che hanno diritto al ristoro e indennizzo

Codici ATECO, l’elenco delle attività che hanno diritto al ristoro (Foto d’archivio Ansa)

Ristoranti e bar, palestre e piscine, cinema e teatri…è il lungo e ormai noto elenco delle attività e delle imprese che per un mese, fino al 24 novembre, devono chiudere o semi chiudere per non essere i luoghi dove la gente va a incontrare gente.

Stop quindi di un mese per circa 300 mila aziende. Ristoranti, bar e non solo. Un mese di mancati incassi o di incassi fortemente ridotti.

RISTORI, RIMBORSI, QUANTO VALE UN MESE DI STOP PER RISTORANTI, BAR & CO?

Stamane si può leggere su diversi giornali la parola “elemosine”. Elemosina viene definita la somma che lo Stato (leggi i contribuenti) si appresta a pagare alle aziende toccate e colpite da chiusura o massiccia limitazione dell’orario di esercizio.

Non solo alcuni giornali e neanche solo i partiti politici d’opposizione. Accendere una radio o una tv, consultare un social di riferimento e le parole che si trovano sono “spiccioli”, “miserie”. La voce, le voci, il sentimento diffuso delle categorie colpite o di chi parla per loro è appunto quello di star per ricevere elemosine, spiccioli, miserie.

E’ un sentimento a prescindere dalla realtà o un sentimento fondato sulle cose? E’ insomma mugugno programmatico o insoddisfazione documentata, argomentata e fondata? Insomma ancora cinquemila, tredicimila, venticinquemila euro per un mese di stop al fatturato o di calo al fatturato paiono o sono davvero pochi? 

TRE CATEGORIE DI RIMBORSI

I rimborsi di Stato (ricordiamo ancora, rimborsi di tasca dei contribuenti) si articolano in tre fasce, corrispondenti alle tre cifre ( cinque, tredici, venticinque mila) in euro. Non per l’eternità e neanche per l’inverno. Rimborso per un mese. Cinema, teatri, ristoranti, palestre e piscine il doppio di quanto ricevuto per i precedenti due mesi di lockdown. Bar, pasticcerie, gelaterie il 150 per cento di quanto ricevuto per due mesi di lockdown…

E’ poco, è elemosina? Sono spiccioli? Dipende. Dipende dalle aspettative. E, purtroppo dipende anche dal fatturato reale. Quante aziende della ristorazione dichiarano ufficialmente un fatturato annuo di 300 mila euro (il corrispondente di un rimborso di 25 mila per un mese)? Poche o tante che siano, non certo tutte quelle che questo fatturato di fatto raggiungono e superano.

Detta in termini brutali: quanto davvero grande sia il danno reale di un mese di stop in termini di mancati guadagni dipende dai guadagni reali che spesso non coincidono con quelli dichiarati. Quindi se la redditività reale fosse di centomila al mese, allora 25 mila di ristoro sarebbero ben pochi.

ATTENZIONE A GRIDARE: ELEMOSINA!

E’ probabile, quasi certo, che il grido: “Elemosina!” e il battezzare come “spiccioli” rimborsi che vanno da 5.000 ai 25 mila euro per un merse di stop nasca da una generica e generale disposizione alla protesta dolente (quella che fa dire sempre e comunque ad ogni cittadino italiano che lo Stato lo lascia solo, pur risultando sempre e comunque nei fatti quel cittadino assistito e acco0mpagnato da varie forme di welfare). 

Ma attenzione a quel grido: se davvero cinquemila o tredicimila o venticinquemila sono spiccioli, qual è il reddito reale dell’azienda che così conteggia l’esiguità del ristoro?

ARRIVERANNO, QUANDO?

I ristori a quelle cifre non sono né elemosine né spicci. Ma arriveranno e quando arriveranno? Dalla voce di Conte era in prima battuta sfuggita una data: 11 novembre. Diventata nelle successive parole di Gualtieri e dello stesso Conte 12 novembre e quindi metà novembre. Spiccioli…se sarà questione di 11 o 15 del mese. Ma diffidare delle date ballerine e anche delle date sicure è saggio e documentato. Vedi Cassa Integrazione di primavera pagate in estate o ancora da pagare. Vedi comprovata inefficienza della macchina pubblica a realizzare ciò che promette. Vedi la ripetuta esperienza, di fatto normalità, di governi che premono bottoni che non accendono nulla se non le lucette degli annunci.

Il quando, il dover aspettare al massimo due settimane o tre ed è già troppo risulta decisivo nel calcolare il valore reale di quei, cinque, tredici, venticinquemila. A novembre valgono per la vita delle aziende, a gennaio per molti sarebbero omaggi alla memoria.

RISTORI E CONTORNO…

Ristori e anche contorno di niente seconda rata Imu, credito di imposta sugli affitti, cassa integrazione per dipendenti, una tantum per stagionali…Fanno sei miliardi e passa per le categorie colpite. Non pochi dicono: aggiungere niente tasse da pagare, abolizione delle tasse per il 2020. Già, e allora i rimborsi, pochi o tanti che siano, la Cassa Integrazione e i bonus Covid chi li paga?