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Riuscirà la Calabria con l’autonomia differenziata a fare il salto di qualità? i calabresi dicono no

La Calabria, considerata il sud del sud del nostro Paese, riuscirà con l’autonomia differenziata, ad ottenere quel salto di qualità che i suoi abitanti sognano da decenni?

“Assolutamente no”, sostiene senza mezzi termini il governatore Mario Occhiuto, un esponente di spicco di Forza Italia, cioè di un partito che guida l’Italia. Il presidente è ancora più pessimista: ritiene che questa legge sarà un boomerang per la maggioranza sia a Sud che a Nord. Con lui la pensano ugualmente altri amministratori “berlusconiani” creando un certo panico tra i Forzisti. 

Ha ragione o torto Roberto Occhiuto? Il dibattito è aperto, lascia qualche ferito sulla strada dell’autonomia, ma a rasserenare gli animi ci pensa Antonio Tajani il quale è sicuro che il Paese trarrà vantaggio da questa legge.

“Bisognerà avere la pazienza di attendere”, afferma con sicurezza. Certo, il problema calabrese è sul tappeto da diversi anni, ma finora niente è riuscito a risolverlo. Sostegni economici, cambi della guardia a livello politico, iniziative che si sono perse sul nascere. Perchè? Roma  è assente, si risponde all’unisono, però questo è un ritornello che è vero solo in parte. 

Le responsabilità sono anche (forse soprattutto) delle istituzioni locali che non hanno seguito un progetto comune che potesse dare alla Calabria un aspetto nuovo. Innanzitutto il turismo: con ottocento chilometri di costa, divisi a metà tra il mar Jonio e il Tirreno, la regione avrebbe potuto vivere di ricchezza. Senza ostentarla, ma comunque in grado di trascorrere mesi tranquilli.

Al contrario, ognuno ha fatto per conto proprio, creando disparità che non hanno dato alla Calabria quel diverso assetto che si sperava. Superfluo fare paragoni con le altre regioni, prima fra tutte l’Emilia Romagna che, con uno spicchio di mare, certamente bello, ma non paragonabile a quello che bagna Reggio e Crotone, Vibo Valentia e Catanzaro ha saputo dare a quella gente (che lo ha meritato) la  tranquillità economica che fa vivere giorni assai più sereni.

Comunque, i grandi problemi di questo Sud restano e sono di là da venire per essere risolti. In primo luogo la sanità. Secondo un ultimo sondaggio i numeri danno risultati a dir poco drammatici. La regione è prima in classifica per quanto riguarda i viaggi della salute. Si hanno mali che è meglio andarli a curare fuori perché in “casa propria” non c’è da fidarsi.

Mancano le strutture sanitarie, medici e infermieri non sono sufficienti. Durante l’epidemia di Covid si è chiesto addirittura a Cuba di mandare dottori e specialisti che qui ancora lavorano a tempo pieno, più di otto ore al giorno

Ospedali, manco a parlarne. Ci sono zone completante dimenticate da Dio e dagli uomini. Un solo esempio: nella fascia Jonica (per intenderci quella dove si trova la storica Sibari) a volte i nosocomi più vicini distano quaranta chilometri e più e non hanno quelle atrezzature necessarie per venire incontro alle esigenze di coloro che dovrebbero ricoverarsi.

Senza dimenticare un altro problema di primaria importanza: le scuole, essenziali per le generazioni avvenire se si vuole dare alla Calabria una diversa sistemazione. 

Leggiamo, ad esempio, che all’università di Arcavacata, cioè di Cosenza, si parlerà molto in inglese. Con addirittura docenti che arriveranno d’oltre Oceano per dare il loro significativo contributo.

Bene, ottima iniziativa; ma ricorda quella di quel signore che si vuol comprare prima la frusta e poi il cavallo. Senza togliere nulla al progetto di così alta natura non dimentichiamoci che in molte province l’istruzione è malata: gli insegnanti scarseggiano e le famiglie più povere mandano a lavorare prestissimo i loro figli per sbarcare il lunario. Dopo la scuola d’obbligo, se non prima, i tredicenni o i quattordicenni abbandonano le lezioni  per andare sui campi o alla ricerca di un apprendistato che possa dar la possibilità di imparare un mestiere.

Ecco perché il grido di dolore del presidente Occhiuto non deve cadere nel vuoto. La maggioranza ritiene che l’autonomia differenziata sarà un bene per l’Italia da Nord a Sud. E’ un augurio che tutti formulano.

Senza però perdere di vista coloro che sono titubanti ed hanno votato contro questa legge voluta dalla Lega. Una  grande vittoria per il partito di Salvini. E per il nostro Paese, innanzitutto per il maltrattato Mezzogiorno?

 

 

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