Roberto Rustichelli: “Necessità frazionamento Big Company, Antitrust darà suo contributo”

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Roberto Rustichelli, il presidente Antitrust

ROMA – In occasione della Fordham Conference a New York il Presidente dell’Autorità Antitrust, Roberto Rustichelli, ha rilasciato la sua prima intervista a Skytg24.

Il Presidente ha affrontato diversi temi di rilevante importanza per l’economia Italiana e internazionale. Primo fra tutti quello delle Big Company, che hanno raggiunto delle dimensioni “sia di fatturato che di capitalizzazione in borsa da mettere in difficoltà l’intero sistema mondiale”.

Proprio per questa ragione si inizia a discutere di frazionamento e di adottare un atteggiamento piuttosto severo nei confronti di realtà come Google. Strettamente legato a questo tema anche quello della dimensione del mercato rilevante ai fini delle concentrazioni. La parcellizzazione di queste realtà, di fatto monopoliste, perchè non hanno concorrenti considerata la loro dimensione, passa però dalla ricerca di un equilibrio, fondamentale secondo Rustichelli per tutelare sia le imprese che i consumatori, che sono anche lavoratori e contribuenti. E assicura che l’Autorità a cui fa capo garantirà il proprio contributo, nonostante questi colossi non abbiano sede sul nostro territorio, affinché “la libertà di concorrenza e la tutela del consumatore siano sempre poste all’attenzione internazionale”.

Fondamentale anche la necessità di uniformare i sistemi Antitrust delle varie autorità nazionali per affrontare le diramazioni internazionali di queste aziende che di fatto operano praticamente in tutto il mondo.

In Italia, garantisce Rustichelli, la sensibilità è alta e oltre alla collaborazione con tutte le altre autorità internazionali, la questione viene affrontata grazie al lavoro quotidiano, che ha portato all’apertura di istruttorie nei confronti sia di Google che di Amazon. Altrettanto importante la questione FCA: un’azienda che noi consideriamo italiana, la FIAT, la cui tassazione non passa più esclusivamente per il nostro Paese. La ragione, secondo il presidente, passa da un problema di malsana concorrenza fiscale all’interno dell’Europa.

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