Che c’entra l’aumento mica da poco della spesa per cosmesi femminile in Germania (16 per cento) con la rabbia di Guido Crosetto ministro italiano della Difesa contro la Bce? In apparenza nulla, proprio nulla. E anche a scendere sotto la superficie dell’apparenza ancora e ancora nulla e ancora nulla può apparentare in nessuna maniera l’aumento del consumo di rossetto sulle labbra femminili con il montare dell’uso della furia made in Fratelli d’Italia (Crosetto ne è oltre che in fondatore anche un grande saggio) contro la Banca Centrale dell’euro. A meno che…a meno di leggere, interpretare, vedere l’uno e l’altro agire come emozioni, irrazionali emozioni. Di quelle che guidano le sorti degli umani molto, molto più che le scelte razionali. Più rossetto spalmato sulle labbra delle donne europee e più improperi e insulti alla Bce da parte di Crosetto (e non solo) sono entrambe emozioni…economiche. L’una di inconscia autodifesa. L’altra di inconsapevole panico.
Più rossetto, meno Pil
Non è proprio né una legge economica (non ne esistono di leggi economiche come quella ad esempio della fisica) e neanche una articolata e sviluppate teoria economica. Però è qualcosa al confine tra la costante economica e la economica superstizione del non è vero ma…succede. Succede che in quelle che gli economisti chiamano le congiunture negative e avverse, insomma quando a soldi, investimenti, redditi e business butta male, aumenti la quantità (e la tipologia) della cosmesi femminile. Sociologia si è sbizzarita sul perché e sul come. Con pessimi risultati. Psicologi hanno provato a fare i sociologi, risultati ancora peggiori, cioè grotteschi oltre che pessimi. Però succede, succede col rossetto e con la cosmesi per occhi e volto. E qualcosa di analogo succede anche per il look, per l’abbigliamento: in assonanza con quello dei cicli economici qualcuno ha osservato, non senza fondamento empirico, un alternarsi ciclico delle gonne corte o lunghe. Più rossetto pare proprio significhi meno Pil. Non come causa, diciamo come segno premonitore. Se brutta aria tira, allora buone labbra e buon viso a brutta aria.
E Crosetto?
Guido Crosetto dà altra forma, a suo pensare virilissima forma, al suo sentire spirare economica cattiva aria. Secondo schema culturale diffusissimo cerca un cattivo, anzi un cattivone, anzi un infame che sparge per pura malevolenza l’aria brutta. E chi mai può essere il cattivone? Deve essere grosso, avere nome che desta antipatia al popolo e deve essere lì fisso a farsi indicare come il cattivone. C’è l’inflazione a due cifre in tutta Europa? E allora mica dipenderà dal fatto che sul pianeta e sul continente da anni e anni tutte le Banche Centrali e tutti i governi hanno straspeso in spesa pubblica sussidi, ristori, garanzie fino a creare oceani di liquidità (denaro) che poi ha finito inevitabilmente per perdere valore rispetto a merci e materie prime.
Di questo Crosetto e i milioni di Crosetto che abitano la penisola non vogliono sapere. Loro sanno una e una sola cosa. se non spande denari la politica così come oggi è soffoca. Quindi Crosetto s’infuria contro Bce che in presenza di inflazione non immette altro denaro pubblico, anzi non stampa altro denaro da destinare alla spesa pubblica. Crosetto insulta come sciocco e incapace il pompiere che non butta un po’ di benzina sull’incendio. E nel farlo omette, trascura, anzi alla fine francamente mente facendo finta di non sapere che Bce ha letteralmente tenuto in piedi il bilancio pubblico italiano negli ultimi anni comprando tutti o quasi i nostri titoli di Stato. Se Bce fosse davvero il cattivone maligno descritto da Crosetto, allora il sistema socio economico italiano sarebbe stato da tempo azzerato. Ma Crosetto non è solo: una pedagogia politico sociale questa sì davvero infame (e trasversale, da Forza Italia berlusconiana a M5S contiano passando per Meloni prima di Palazzo Chigi e per l’anima del Pd e la mente del resto della sinistra e sindacati, nonché lobby di mestieri e corporazioni, ha reso certi noi tutti che i soldi, i redditi, i bonus, i finanziamenti ci sono, eccome se ci sono. Solo che i cattivi li tengono nascosti come il tesoro nella caverna di Ali Baba. Basta trovare la parola magica per aprire la caverna e andarsi a prendere il tesoro. La parola magica? A scelta: onestà o sovranità o equità o volontà popolare. Peccato che queste formule non aprano nessuna caverna del tesoro perché non c’è tesoro e non c’è caverna. Ma non ditelo ai Crosetto che l’inflazione è una febbre dell’economia e della società, sfascerebbe, di rabbia, il termometro.